Caos scuole, di nuovo. Da una parte c’è il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che chiede a tutti un atto di responsabilità e vuole che le lezioni ripartano in presenza. L’intenzione del governo è quella di procedere con i calendari già definiti, quindi non c’è quella di recuperare le lezioni a giugno. “Le scuole devono essere le ultime a chiudere“, ha ribadito il ministro, che nell’intervista resa al Corriere della Sera ha ricordato come nessun governo nazionale dei grandi Paesi europei, come Francia o Spagna, abbia chiuso le scuole. Ma il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, va controcorrente: le scuole lì sono state chiuse. Quindi, il governo ha deciso di impugnare l’atto, perché la legge consente ai governatori di intervenire solo in zona rossa e in circostanze straordinarie, che “oggi non ci sono“.
L’ordinanza della Regione Campania comunque prevede la sospensione delle attività in presenza fino al 29 gennaio per scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, quindi fino alla scuola media. La linea del governo non cambia, ma intanto anche la Sicilia fa da sé. Il governo regionale ha deciso di rinviare la riapertura delle scuole di tre giorni per consentire di verificare tutti gli aspetti organizzativi a causa dell’aumento dei contagi da Covid.
VENETO CHIEDE PARERE CTS, ANP INDICAZIONI CHIARE
“Sulla scuola penso sia fondamentale l’autorevole espressione scientifica del Cts, che stiamo ancora attendendo, dopo che su mia iniziativa questa richiesta è stata presentata in Conferenza Regioni e portata al governo“, ha dichiarato il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia. Quindi, si chiede aiuto al Comitato tecnico scientifico per sciogliere questo nodo. Il mondo della scuola dal canto suo chiede chiarezza. Ad esempio, il presidente dell’Associazione nazionale presidi (ANP), Antonello Giannelli, che ha partecipato alla riunione indetta dal ministero dell’Istruzione, ha chiesto “che vengano fornite ai dirigenti scolastici indicazioni chiare e applicabili, per garantire una maggiore efficacia nella gestione dei casi che si stanno presentando“.
A tal proposito, Antonello Giannelli ha osservato che è “quasi impossibile attuare le procedure previste”. Quindi, ritiene improbabile che il sistema sanitario smaltisca in maniera tempestiva il carico di tamponi. Non sono ancora arrivate le preannunciate forniture di mascherine FFP2, né “risultano ancora pubblicati i dati effettivi sulle classi in DAD, sulle unità di personale sospeso e sul numero di dipendenti e di alunni in quarantena“. Il nodo privacy invece è stato sciolto. Le scuole sono state autorizzate a verificare lo stato vaccinale degli studenti: è uno dei chiarimenti più attesi dopo il decreto legge 7 gennaio pubblicato in nottata nella Gazzetta Ufficiale.