Cos'è successo a Serena Mollicone, la 18enne uccisa ad Arce: tutto il caso ricostruito nella puntata di questa sera dalla trasmissione Dark Lines
Il caso di Serena Mollicone tornerà questa sera – ovviamente sabato 26 luglio 2025 – protagonista della trasmissione Dark Lines che grazie alla conduzione di Valentina Romani e al linguaggio della graphic novel, cercherà di ricostruire tutto quello che è successo alla 18enne di Arce in uno dei più lunghi, complessi e articolati cold case della cronaca nera italiana: ci sono, infatti, voluti più di 22 anni per arrivare a una prima presunzione di colpevolezza e proprio il prossimo ottobre si aprirà un nuovo processo.
Senza guardare troppo avanti nel tempo – e ricordandovi anche che tutte le novità sul caso le trovate in un altro articolo che abbiamo già pubblicato tra queste pagine -, qui vorremmo soffermarci su quello che è effettivamente successo a Serena Mollicone: per farlo è importante tornare indietro nel tempo fino al giugno del 2001 quando la ragazza – che da poco aveva compiuto 18 anni – sparì misteriosamente nel nulla.
Quel giorno – era il primo giugno – si recò inizialmente in ospedale per una visita dentale programmata e dalle 10:00 circa i suoi spostamenti sono rimasti a lungo avvolti nel mistero: in serata, ormai profondamente preoccupati, il padre e il fidanzato di Serena Mollicone ne denunciarono la sparizione ai Carabinieri di Arce che immediatamente – da protocollo – si misero sulle tracce della 18enne che secondo il padre non si sarebbe mai allontanata volontariamente senza lasciar detto nulla a nessuno.
Serena Mollicone: cos’è successo alla 18enne di Arce dalla sparizione alle presunte responsabilità dei Mottola
Inizialmente Serena Mollicone sembrava del tutto introvabile ma un paio di giorni dopo la scomparsa si fu una svolta importante: il corpo della ragazza, infatti, domenica 3 giungo 2001 fu trovato abbandonato in un boschetto poco distante da Arce con piedi e mani legati con un filo di ferro e un sacco della spazzatura sulla testa; mentre le successive analisi rivelarono che non vi erano stati segni di violenza sessuale e che era morta i seguito a un singolo, violento, colpo alla testa.

Le indagini furono complesse e si riuscì solamente a risalire alla testimonianza della proprietaria di un bar che raccontò di aver visto Serena Mollicone in compagnia di alcuni ragazza la mattina del primo giugno e di tale Carmine Belli – all’epoca carrozziere ad Arce – che disse di aver visto la ragazza litigare con un ragazzo biondo quello stesso giorno: proprio Belli fu, in un secondo momento, arrestato e accusato dell’omicidio, salvo poi essere assolto per la completa assenza di prove.
La successiva svolta sulla morte di Serena Mollicone arrivò solamente nel 2008 quando il ex carabiniere di Arce – tale Santino Tuzi – si tolse la vita nella sua auto: proprio Tuzi poco prima del suicidio aveva raccontato in procura che la mattina della sparizione vide la 18enne entrare nella caserma in cui lavorava e grazie a questo dettaglio si riuscì a ricostruire che il ragazzo biondo poteva essere Marco Mottola, figlio del maresciallo dei Carabinieri di Arce implicato in un presunto giro di droga.
L’ipotesi – per ora ancora da confermare dopo una prima assoluzione e la riapertura del caso con il processo d’appello bis del prossimo ottobre – è che Serena Mollicone quel giorno litigò con Mottola e si recò alla caserma per denunciare il giro di spaccio in cui era implicato: lì incontro il figlio del maresciallo con il quale ci fu un secondo litigio al termine del quale sbatté la testa contro una porta, morendo circa 5 ore più tardi (tempo peraltro utile per salvarla); mentre l’idea è che Marco fu coperto dal padre con una serie di depistaggi durati – ormai – più di 22 anni.