Simona Casamonica sarà una delle due donne in grado di distruggere il clan dal suo interno, dopo una vita vissuta al fianco di Raffaele Casamonica, principe del clan e conosciuto in Slovacchia mentre l’uomo cerca di sfuggire ad un arresto. Un vero colpo di fulmine per il criminale conosciuto come Massimo Decimo Meridio, che deciderà di portare via con sè quella ragazza di 17 anni, fino a Roma. Simona però non vivrà nella roccaforte, al suo fianco, ma in una casa di borgata nelle vicinanze. Il clan infatti, spiega l’Espresso, non vuole che Raffaele sposi una donna che non fa parte del mondo Sinti. Il matrimonio verrà permesso solo in seguito alla nascita della prima figlia, ma per il clan non basta: deve fare di più per essere considerata una Casamonica. A partire dai vestiti, lunghi come i capelli, che non deve tagliare mai, fino all’obbligo di pulire la villa e rispettare le leggi della famiglia. “Volevano impedirmi di mandarle a scuola perchè le bambina devono stare a casa”, dice al settimanale raccontando la sua clausura, condita da violenze sia per lei che per le figlie. Così Simona decide di denunciare Raffaele e infrange le regole silenziose del clan, così come accadrà a Debora Cerreoni, un’altra moglie che sceglierà di mettere fine al clima di omertà.
Simona Casamonica, la fine del matrimonio il boss Raffaele
14 anni di convivenza prima che Simona Casamonica decida di interrompere il suo matrimonio con il noto esponente Raffaele Casamonica. Di origine straniera, quella ragazza non ancora maggiorenne si innamorerà perdutamente del futuro marito, tanto da accettare di trasferirsi a Roma. Oltre un decennio più tardi però decide di porre fine alla sua prigionia: “Mi tenevano chiusa in casa. Dicevano come io e le mie due bambine dovevamo vestirci”, riferirà alla Squadra Mobile di Roma. Una spirale di violenza a cui non è mai riuscita a sottrarsi, piena di umiliazioni, aggressioni, un totale isolamento e all’obbligo di sottostare persino a rapporti fisici. Un incubo senza fine per Simona, ricorda Romatoday, che continuerà a subire anche in seguito all’arresto del marito, a causa della decisione dei familiari dell’uomo di tenerla comunque sotto controllo costante. “Ho subito minacce di morte”, racconta la donna, “Avevo capito di non voler più sottostare alle loro condizioni, alle regole della famiglia Casamonica. Volevo e voglio qualcosa di diverso per le mie figlie, non voglio che stiano in quel contesto. Oggi, giovedì 31 ottobre 2019, Nove trasmetterà il documentario Casamonica, le mani su Roma, che si concentrerà sulla storia del clan e suoi diversi esponenti più importanti. Raffaele intanto è ancora a Rebibbia, dove sconta una pena che durerà fino al 2031 per maltrattamenti alle figlie e violenza sessuale.