A Storie Italiane si parla del giallo di Simonetta Cesaroni e in studio vi era l'avvocato della famiglia nonché uno degli inquirenti che indagò all'epoca
Il giallo di Simonetta Cesaroni oggi a Storie Italiane, la ragazza uccisa in via Poma a Roma il 7 agosto del 1990. In studio vi era Federica Mondani, storica avvocatessa della famiglia Cesaroni, che ha raccontato: “La procura sta seguendo in maniera pedissequa le linee guida che ha dato la giudice e si è ricominciato da un foglio bianco, ciò significa riascoltare tutti, non tralasciare nulla, rivalutare gli alibi, rivalutare la questione scientifica, visto che sono passati 15 anni dall’ultimo processo in cui la scienza ebbe valenza: per arrivare a questo abbiamo dovuto lavorare, combattere e non è stato facile, molte istanze portate alla procura dalla famiglia per diverso tempo sono state respinte”.
Ma quali errori sono stati fatti nel giallo di Simonetta Cesaroni? “Direi più che degli errori, furono degli orrori. Nella fase investigativa tradizionale sono stati commessi tanti come l’agendina rossa, le telefonate che non vennero rintracciate, non vennero chiesti i tabulati, immaginatevi oggi se avessimo la possibilità di capire chi ha telefonato e in che momento, forse l’assassino sarebbe stato individuato. Ma anche l’immobile dissequestrato ad una settimana dalla morte di Simonetta Cesaroni”.
SIMONETTA CESARONI, DEL GRECO: “CI SONO STATI DEGLI ERRORI…”
In studio a Storie Italiane vi era anche Antonio Del Greco, che per due anni ha seguito le indagini, dal 1990 al 1992, e che ha ribattuto all’avvocato Mondani, dicendo: “Ci sono stati degli errori ma non parlerei di orrori. Le telefonate? Ci fu risposta che non c’era la possibilità di risalire ai numeri dei chiamanti. Per quanto riguarda l’agenda rossa fu una questione del tribunale, l’attività investigativa fu fatta con tutta la volontà e la risolutezza di arrivare all’assassino, non temiamo assolutamente nulla per la riapertura delle indagini, anzi io mi sono proposto di essere sentito”.
E ancora: “Bisogna riaprire le indagini in maniera seria non su suggestioni, ma se un test citato chiede di essere ascoltato e viene portato in procura e questo non viene assolutamente ascoltato, questo significa che si sta facendo una indagine un po’ al buio, ho letto di banda della Magliana, ho letto di tutto in quell’indicazione.
SIMONETTA CESARONI, DEL GRECO: “QUESTE NUOVE INDAGINI…”
Quindi ha proseguito: “Parliamo di fatti, c’è una testimone che dice che ha delle informazioni da dare e non viene ascoltata… la questione della banda della Magliana è una cosa seria?”. L’avvocato della famiglia di Simonetta Cesaroni però non ci sta: “Bisogna sapere su cosa si sta indagando, che invece sono coperte da segreto, quindi non capisco queste informazioni”, ma l’ex inquirente ribatte: “Dalle indicazioni non mi sembrano serie, noi ci abbiamo provato all’epoca, non siamo stati con le mani in mano”.
Secondo Del Greco: “Negli anni ’90 non avevamo le disposizioni tecnologiche di oggi, non potevamo verificare le telefonate e dovevamo basarci sulle testimonianze”. Secondo l’avvocato però: “Si cerca di difendere un operato quanto meno viziato. Ad un certo punto si sono persi i fogli firma per capire chi fosse in ufficio con Simonetta Cesaroni”, ma Del Greco non ci sta: “Quei fogli non c’erano, sono emersi tempo dopo”. Vedremo quindi se queste nuove indagini porteranno finalmente a dei nuovo risvolti facendo chiarezza su uno dei tanti misteri italiani e che quest’anno compie ben 35 anni: la famiglia ha bisogno di sapere chi ha ucciso Simonetta Cesaroni e perchè. Per Biavardi, direttore di Oggi: “Sono state commesse montagne di anomalie durante l’inchiesta, mi chiedo se sarà possibile riaprirla. Qui non stiamo parlando di Garlasco (altra indagine di recente riaperta ndr), dove c’è un colpevole, qui non c’è niente, non si è arrivati da nessuna parte. Io voglio continuare a sperare che le indagini siano state svolte in maniera seria”. Lo speriamo tutti ovviamente.