Il filosofo francese Michel Onfray riflette sulla deriva filo-islamista di una certa sinistra, che finirà per causare la distruzione dell'occidente
È un’ampia e attenta riflessione critica su quello che sta accadendo all’occidente quella offerta dal filosofo francese Michel Onfray sulle pagine del quotidiano “Il Tempo”, soffermandosi sull’emblematico caso della crisi politica in Francia e sugli effetti che una certa sinistra sta avendo sui giovani occidentali, indottrinandoli affinché siano pronti per combattere una guerra che – a suo avviso – condurrà l’occidente intero alla sua completa distruzione.
Partendo proprio dalla Francia – che, ovviamente, Onfray conosce benissimo -, il filosofo ci tiene a precisare che non vi è nessuna reale crisi della Repubblica, quanto piuttosto una pericolosa “deriva personalistica e autoreferenziale” di Macron, che arriva a celebrare una vittoria elettorale anche quando, nella realtà dei fatti, i dati lo danno nettamente per sconfitto: poco importa – spiega Onfray – che il RN abbia ottenuto più di “10 milioni di voti” perché tutti gli ultimi tre premier sono stati scelti nel “blocco centrista marginale” che fa comodo al Capo di Stato.
Una scelta – quella di Macron – che secondo Onfray è chiaramente “illiberale e autocratica” con il presidente che sta letteralmente piegando “a suo vantaggio le regole della Repubblica” finendo per soffocare “le istituzioni”; tutto – e il filoso ci tiene a precisare due volte “tutto” – al solo fine di impedire a “Marine Le Pen” e a chiunque “appartenga al suo partito (..) di essere eletto”; tanto che oggi – continua Onfray – il “servizio pubblico” lavora alla costruzione del successore di Macron, ovvero “Raphaël Glucksmann”.
Michel Onfray: “La sinistra antisionista guiderà i giovani alla rivoluzione che distruggerà l’occidente”
Allargando il suo sguardo oltre alla Francia, Onfray espande la sua critica a una certa sinistra, che ha “ripreso la fiaccola dell’antisemitismo” per usarla “paradossalmente” contro i “suoi avversari”, creando una nuova fase dell’odio ebraico sotto l’egide “dell’antisionismo“: una battaglia che la sinistra ha cristallizzato nella “Palestina”, diventata un vero e proprio strumento nelle mani dei “nostalgici del comunismo sovietico per proseguire la loro lotta”.
È in questo complicato contesto – continua Onfray – che ai giovani è stato fatto il “lavaggio del cervello” che li ha spinti a manifestare al fianco di “vecchi comunisti, vecchi stalinisti, vecchi maoisti [e] vecchi trotskisti”: secondo Onfray, insomma, è in corso una lotta che “alimenta una quinta colonna che sarà disponibile il giorno in cui il Paese crollerà“, individuando nella possibile elezione di Le Pen il “passaggio all’atto rivoluzionario” di questa nuova frangia filo-islamista della sinistra.