Autunno di fuoco per Von der Leyen: la Sinistra UE punta alla mozione di sfiducia, ma servono i voti di Pd e Verdi. Tridico contro Ursula: “ci ha svenduto”
SETTEMBRE DI FUOCO PER URSULA VON DER LEYEN: LA SINISTRA EUROPEA MEDITA LA SECONDA (E PIÙ “SERIA”) SFIDUCIA
Se soprassediamo un attimo sul fatto che le istituzioni europee – dalla Commissione al Parlamento UE – sono in “pausa estiva” fino a settembre nel momento di massima tensione politica internazionale, con un accordo sui dazi al via tra meno di una settimana, il destino politico di Ursula Von der Leyen rischia di prendere grande spazio nelle prossime settimane di riunioni chiuse tra Bruxelles e Strasburgo. Dopo i Verdi e The Left, anche i socialisti (o almeno l’ala più progressista) minacciano una possibile seconda mozione di sfiducia dopo l’accordo chiuso con Donald Trump sul fronte commerciale.
Appena tre settimane dopo l’aver superato, non senza problematiche e tensioni, la mozione di censura di destre e patrioti (votata tra l’altro da una parte della sinistra radicale) sul caso Pfizergate, ora è l’ala dei progressisti in Parlamento Europeo a mettere sul tavolo un prossimo inquietante scenario per la Commissione UE: Alleanza Verdi-Sinistra di Fratoiani e Bonelli, assieme anche al M5s di Giuseppe Conte, sono decisi a convincere i partiti dei Verdi e di Left a presentare una nuova sfiducia contro Von der Leyen.

«Non è l’Europa che vogliamo», minaccia il duo di AVS sottolineando come la loro mozione non si unirà con quella eventuale della destra europea: l’accordo sui dazi USA al 15% è stato contestato da parte dei Governi UE che già sostengono la maggioranza Ursula in questo secondo mandato appena cominciato. Da Macron (liberale) a Sanchez (socialista), fino alle critiche sollevate anche dal suo compagno di partito, Merz (popolare), le critiche sull’impianto dell’accordo con Trump rendono ulteriormente indebolita la posizione di Von der Leyen davanti ad un autunno sempre di più fuoco che attende la Commissione Europea.
TRIDICO E IL M5S CONTRO URSULA (DOPO ESSERE STATI DECISIVI NELL’ELEGGERLA NEL PRIMO MANDATO)
In termini di maggioranza effettiva, la complessa coalizione che sostiene Von der Leyen a Bruxelles vede la presenza di PPE, Liberali, S&D, Green e una sorta di “non belligeranza” di una parte dei Conservatori (vista la presenza di Fico come vicepresidente UE in quota FdI): se The Left è già fuori dal cordone della Commissione, diverso il caso per Verdi e Socialisti che potrebbero determinare una spaccatura notevole internamente alla maggioranza, specie se nella mozione di sfiducia dovessero trovare i voti “indiretti” anche di Patrioti e destra radicale.

Come ha spiegato l’ottimo fondo del “Messaggero” di Mirta Dei, per poter arrivare ad una nuova mozione di sfiducia occorrono almeno 71 firme per aprire la censura nei confronti della Presidente, con bisogno poi di due terzi dei voti in Parlamento UE per essere approvata. Ebbene, i 46 deputati della Sinistra UE necessitano di parte dei voti in casa Socialisti e Verdi, ma potrebbe non essere un’impresa impossibile vedendo come già durante la prima sfiducia sul Pfizergate aveva evidenziato una spaccatura importante interna al Partito Democratico, la forza più ampia dei Socialisti & Democratici assieme alla componente spagnola del PSOE.
Fino ad oggi la sinistra “di governo” ha sempre confermato, se non proprio appoggiato le politiche di Von der Leyen: dopo il semi-tramonto del Green Deal però (dovuto al voto deciso degli elettori che alle Europee 2024 hanno bocciato sonoramente tali normative, ndr), i malumori in casa progressista si fanno sentire da mesi contro la Commissione Europea: l’accordo sui dazi potrebbe essere stata la goccia pronta a far traboccare il vaso europeo made in Ursula.

È più o meno lo stesso ragionamento fatto dalle colonne del “Fatto Quotidiano” oggi dall’eurodeputato Pasquale Tridico, M5s doc e componente di The Left: «Von der Leyen ha svenduto l’Europa a Trump, ora il Pd ci aiuti a sfiduciarla». Discorso durissimo quello dell’ex Presidente INPS, che condanna la Presidente europea non solo sui dazi, ma anche su riarmo e ambiente: l’appello della Sinistra UE è diretto ai Democratici per ottenere almeno le 71 firme necessarie per la mozione.
Se il Pd desse i propri 21 voti ecco che la partita per aprire la sfiducia a Strasburgo si potrebbe cominciare: fa specie che la proposta arrivi da quel M5s che fu decisivo oltremodo con la sua pattuglia di voti per far nascere il primo mandato di Ursula Von der Leyen…
