Siria, le associazioni per i diritti umani e le minoranze etniche accusano Al Sharaa di genocidio nei confronti delle comunità alawite, druse e cristiane

In Siria proseguono gli attacchi alle minoranze religiose, una serie di violenze scattate nuovamente a distanza di mesi nella zona sud contro le comunità dei drusi, alawiti e cristiani che hanno provocato fino ad oggi quasi 7450 morti, numero che per l’osservatorio siriano per i diritti umani sarebbe invece arrivato a 9889 persone. L’accusa principale, lanciata al nuovo presidente appoggiato dagli Usa e dall’Ue Al Sharaa, conosciuto come al-Jolani, ex jihadista affiliato ad Al Qaeda e ora dichiaratosi moderato, è di genocidio.



Perchè a parte i dati sulle vittime da confermare, ci sono le prove e le testimonianze, anche documentate da video e immagini, che ad essere colpite siano sistematicamente le persone che appartengono a determinati gruppi etnici, presi di mira dalle milizie del governo e massacrati attraverso esecuzioni sommarie, stupri, torture, aggressioni, abusi, rapimenti e saccheggi. Già lo scorso marzo, i gruppi di resistenza alawita avevano avvertito i drusi residenti nella città di Sweida, di prepararsi ad affrontare gli scontri, che poi effettivamente sono avvenuti e ancora in corso tra fazioni locali e forze filo governative.



Attentato ISIS nella chiesa greco-ortodossa a Damasco, Siria (ANSA-EPA 2025)

Siria, Osservatorio diritti umani denuncia: “Genocidio in corso contro le minoranze religiose”

In Siria, secondo quanto dichiarato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, è in corso un genocidio e una pulizia etnica delle minoranze religiose. Negli scontri, che proseguono da settembre 2024 sarebbero morte quasi 10mila persone, tutte appartenenti a comunità druse, cristiane e alawite attaccate sistematicamente da miliziani filo governativi, che però vengono descritti dalle istituzioni come “bande di ribelli”. Gli attacchi sono iniziati già dopo il rovesciamento del regime di Assad e si sono poi intensificati anche con l’aiuto dei membri della comunità dei beduini, che si sono armati per aggredite i villaggi nell’altopiano abitato dai drusi.



Solo in questi ultimi episodi il bilancio è di 1800 morti e 7000 feriti, senza contare i precedenti attacchi alle chiese e ai cristiani, con attentati suicidi e incendiari, e la crisi umanitaria che questo disastro ha lasciato, con più di 200mila persone sfollate e attualmente in mancanza di servizi essenziali come medicinali, acqua potabile, gravi carenze alimentari, in particolare di latte e prodotti per neonati. Una situazione difficile anche per la distribuzione di aiuti, che come confermano fonti dell’osservatorio, passano esclusivamente tramite la Croce Rossa internazionale.