In Siria il regime di Assad aveva messo in piedi un sistema per far sparire i bambini sottratti ai dissidenti politici: le vittime sarebbero quasi 4mila
Con la Siria che progressivamente sta tornando ad assaggiare una parvenza di libertà dopo decenni di dittatura nelle mani della famiglia Assad, si torna a parlare con maggiore insistenza della questione dei bambini scomparsi, sottratti forzatamente alle famiglie e fatti sparire in un dedalo burocratico messo in piedi dallo stesso regime: scoperto già nel 2018, si credeva che fosse stato interrotto, ma il sistema – secondo le ultimissime risultanza raccolte dalla BBC e dal New York Times – in realtà ha continuato a funzionare a pieno regime almeno fino al 2022.
Partendo dai numeri dell’emergenza degli scomparsi in Siria, ad oggi si stima che siano stati sottratti alle famiglie e fatti sparire almeno 3mila 700 bambini che si uniscono agli oltre 100mila individui adulti fatti sparire nelle prigioni segrete del regime di Assad: proprio a questi ultimi, infatti, sarebbero stati sottratti i piccoli, usati dalla Siria dittatoriale come vere e proprie pedine politiche di un gioco che – nonostante la caduta del regime – dura e perdura.
Il sistema di Assad per far sparire i bambini in Siria: il (presunto) ruolo della ONG SOS Children’s Villages
Il sistema messo in piedi nella Siria di Assar – raccontano sempre la BBC e il New York Times – era tanto semplice, quanto efficiente: tutto ruotava attorno alla ONG internazionale nota come SOS Children’s Villages – che dal conto suo nega qualsiasi collusione con il regime – e già finita al centro di uno scandalo simile che risalirebbe agli anni ’80 in quel di El Salvador, quando centinaia e centinaia di bambini vennero sottratti alle loro famiglie e affidati alla ONG.
Dalle risultanze sembra che tutti i bambini spariti in Siria – come dicevamo già prima – fossero figli di coloro che il regime di Assad considerava nemici e avversari politici: i piccoli venivano consegnati direttamente nelle mani dei volontari di SOS dalla polizia segreta del regime – ovvero il “mukhabarat” -, gli venivano cambiate le identità e le generalità, talvolta registrati come orfani, al fine di renderli impossibili da riconoscere o rivendicare.
Non solo, perché la BBC ha anche scoperto che durante la loro “detenzione” nelle mani di SOS Siria, ai piccoli veniva impedito qualsiasi contatto con la famiglia originale, veniva impedito loro di vedere le foto dei genitori biologici e questi ultimi venivano rimbalzati da ufficio a ufficio quando si presentavano a chiedere informazioni sui loro bambini.
La (per così dire) buona notizia è che dopo la caduta di Assad il nuovo governo della Siria ha promesso di avviare un’ampia indagine sulla questione dei bambini spariti: nonostante i mesi siano passati e siano stati effettuati decine di interrogatori, per ora non è ancora stato pubblicato alcun risultato delle indagini e sono migliaia i genitori ancora separati dai loro piccoli, ancora rimbalzati tra decine di uffici diversi e costretti a visionari database pubblici di centinaia e centinaia di volti senza nome.