A “Oggi è un altro giorno”, la storia di Sirio, un bambino nato prematuro, che sembrava dovesse vivere una vita attaccata ad una macchina, ma che è riuscito quasi come un miracolo a fare cose impensabili. “È nato prematuro – racconta la sua mamma parlando con la conduttrice Serena Bortone – le sue dimissioni sono state anticipate dalla data della presunta nascita di ben un mese visto che era in condizioni ottimali. 8 giorni dopo le dimissioni mi sono accorta che non respirava più, aveva avuto un attacco cardiaco: c’è stata questa corsa drammatica al pronto soccorso. Lo rianimano e ne usciamo con una diagnosi fra le peggiori: dopo l’arresto cardiaco ci dicono che il bimbo sarebbe rimasto in uno stato vegetativo perenne, ci dicono che sarebbe rimasto attaccato ad una macchina e che non prenderà mai coscienza di se stesso e di noi: una cosa che non riuscivo ad accettare in alcun modo ma non l’ha accettata nemmeno lui e quindi in qualche modo ne siamo usciti, dopo tre mesi di inferno e dopo che il bambino ha subito diversi interventi. I medici delle neuro-riabilitazione li chiamiamo i Geppetti perchè loro devono trasformare un pezzo di legno in un bambino. Noi non ci siamo arresi mai, Sirio ha dato sempre segno di esserci, il suo corpo sembrava reagire alla nostra presenza”.
SIRIO, DALLO STATO VEGETATIVO ALL ASCUOLA: “SBLOCCATO IL LATO MOTORIO E QUELLO COMUNICATIVO”
Quindi la mamma racconta i fenomenali progressi ottenuti negli anni: “Oltre a sbloccare il lato motorio, piano piano, (lo chiamavamo moviola, ogni suoi gesto era lentissimo), è arrivata la comunicazione, anche in questo caso piano piano. Inizialmente gli abbiamo messo due braccialetti al polso, il “sì” era verde, e il “no” era rosso. Attraverso le sue mani abbiamo iniziato a comunicare, faceva il gesto del sorriso, adesso la sua comunicazione è molto cambiata, ora sta in seconda elementare e sta imparando a leggere e ascrivere”. La mamma non si prende assolutamente il merito di questa rinascita: “È merito di tante persone, della grande equipe che lo segue in casa e in ospedale, merito suo, della sua tempra, non della famiglia. È merito anche di un amore di una mamma ma non basta per uscire da certe situazioni”. Ancora sulla scuola: “L’ingresso a scuola è stata un’emozione per tutti, gli ha cambiato il carattere, ha cambiato la nostra vita”. Quindi la mamma conclude: “Quando al mattino mi sveglio penso che siamo sulla strada giusta. Momenti di fragilità? Li ho avuto e li ho ancora”.