Tra le liberalizzazioni imposte dall’UE c’è anche quella del mercato idroelettrico. Nonostante la norma, in Europa nessuno lo fa
In Austria, invece, la concessione è di 90 anni con la riassegnazione al concessionario uscente senza la previsione di procedure di gara. In Svezia la durata è illimitata senza che ci sia la possibilità di ingresso per altri operatori. Nell’Unione Europea, dunque, non esiste alcun obbligo per gli Stati membri di assegnare le concessioni idroelettriche tramite gare pubbliche. In molti casi la proroga automatica delle scadenze è avvenuta senza contestazioni da parte della Commissione Europea. E quando invece ci sono state, come nei casi di Italia, Polonia, Germanie, Austria, Regno Unito e Svezia, le procedure si sono risolte senza problemi.
Siti idroelettrici, cosa prevede il decreto energia
La bozza del decreto energia in Italia prevede che le Regioni potranno negoziare una proroga ventennale delle concessioni con gli attuali concessionari, a fronte della presentazione un piano di investimenti pluriennali sugli impianti e sul territorio. Si tratta di una misura che ha come scopo quello di favorire gli investimenti delle aziende italiane concessionarie. Se questo non passa, a scadenza entreranno in vigore le norme volute da Draghi e imposte dall’Ue, dunque l’assegnazione delle concessioni attraverso gara pubblica a soggetto pubblico o privato o a società miste.
Il tema dei siti idroelettrici è all’ordine del giorno: ieri i tecnici del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica hanno incontrato gli omologhi competenti per il Pnrr, ricorda La Verità. L’obiettivo era quello di portare avanti la linea del decreto energia e di trovare una formula che vada bene anche a Bruxelles.
