I primi sondaggi in Germania dopo i risultati delle Elezioni 2025: Merz tratta con Scholz per il Governo e tiene la CDU al 30%, AfD cresce mentre i Verdi...
PRIMI SONDAGGI IN GERMANIA DOPO LE ELEZIONI: CDU REGGE MENTRE TRATTA IL GOVERNO CON LA SINISTRA
Mentre fervono le trattative negoziali tra Merz e Scholz per la formazione del nuovo Governo in Germania, i primi sondaggi dopo i risultati delle Elezioni Federali 2025 tendono a confermare l’adesione record degli elettori tedeschi che hanno letteralmente “invaso” le urne la scorsa domenica 23 febbraio. Osservando i sondaggi INSA raccolti tra il 24 e il 28 febbraio, la CDU vincitrice delle Elezioni si conferma al 30% della fiducia, non bastevole per avere la maggioranza completa dei seggi ma in grado di condurre le trattative come principale forza del prossimo Governo di “larghe intese” che si prospetta a Berlino.
Il cancelliere in pectore Friedrich Merz tiene il punto e non perde consensi, nemmeno dopo aver annunciato di voler lanciare un nuovo esecutivo nero-rosso (oltre alla CDU anche la CSU bavarese e l’SPD di Olaf Scholz): al secondo posto, come seconda forza della Germania e in crescita rispetto ai risultati già ottimi nelle Federali, l’AfD di Alice Weidel che si appresta ad essere prima forza dell’opposizione al Bundestag. La destra radicale sale al 22% delle preferenze, lasciando la socialdemocrazia al 16%, in lieve crescita dell’1% dopo l’inizio delle trattative con Merz: chiudono i sondaggi politici in Germania con l’11% dei Verdi, appena di una lunghezza avanti sulla Linke, mentre non vanno oltre il 5% la BSW di Wagenknecht e il 4% dei liberali di Lindner.
GOVERNO, DEBITO E GUERRA: SI DELINEA LA GERMANIA DI MERZ
Al netto dei sondaggi, che però fanno ben intendere come i tedeschi al momento non siano delusi dall’evoluzione delle trattative per il Governo – con un’ennesima “Grosse Koalition” tra popolari cristianodemocratici e socialisti – il caos geopolitico internazionale richiede la presenza di una Germania forte e che possa prendere decisioni con un esecutivo in carica. Il lancio della (improvvisa) riforma europea sul Riarmo militare, siglata dalla Presidente tedesca Von der Leyen, ha scatenato non poche polemiche tra gli alleati e gli altri Paesi UE (Italia in primis, ndr) e al momento Merz è ancora impegnato a trattare con Scholz per fissare il contratto di Governo CDU-SPD.
Un importante risultato lo hanno però raggiunto con l’accordo finalizzato per le spese della difesa, un “bazooka” in stile Draghi da 500 miliardi in 10 anni per infrastrutture e investimenti, e soprattutto per un potenziale allargamento momentaneo al debito pubblico (proprio per finanziare difesa e opere pubbliche): Merz con Scholz puntano a seguire quanto prima l’impulso dato da Bruxelles per il riarmo europeo, così come servirà quanto prima un Governo in Germania per condurre le varie trattative con Francia, Italia e UK per i prossimi decisivi rapporti da tenere con gli Usa di Trump, l’Ucraina e la Russia.
L’elettorato resta per il momento a guardare, ancora cristallizzato sui risultati delle Elezioni Federali, con la spinta verso destra che al momento resta ferma davanti al riavvicinarsi di cristiano-democratici e socialdemocrazia: tutto dipende ora da quale tipo di spinta sulle riforme introdurrà il nuovo cancelliere e se le richieste di cambiamento arrivate da circa un tedesco su due saranno realmente accolte. Al momento, sondaggi a parte, qualche critica su CDU-SPD è arrivate dagli economisti che non vedono di buon occhio l’accordo per allentare il freno al debito, necessario per aumentare i fondi sulla difesa: Merz ha citato Draghi con il celebre “whatever it takes” per risollevare le sorti della crescita ed economia tedesca, ma suscitando gli attacchi degli stessi economisti che puntano a mantenere la “cappa” dell’austerità.
Il tema non è da poco in quanto Merz e Scholz spingono per approvare la modifica costituzionale sul debito quando ancora è in corso la legislatura uscente: nel prossimo Bundestag non avrebbero i due terzi dei seggi (anche se avrebbero comunque la maggioranza per governare), ergo serve condurre in porto entro pochi giorni il voto per approvare la riforma d’urgenza messa in campo da SPD e CDU, magari anche col voto dei Verdi o dei liberali. Il tutto però dovrà fare i conti con la “minoranza di blocco” che in Germania si prepara ad ostacolare le larghe intese: AfD, BSW e Linke potrebbero trovare un minimo accordo per far naufragare in aula il primo vero progetto del nuovo corso Merz + Scholz.