I sondaggi politici di Emg con il traino Meloni al 30% per il Centrodestra: rebus campo largo (e larghissimo). Italiani bocciano aumento spese militari Ue

LE SINISTRE CRESCONO MA FDI RESTA IRRAGGIUNGIBILE: IL 30% DI MELONI SI CONFERMA NEI SONDAGGI POLITICI DI FINE FEBBRAIO

Sono mesi frustranti politicamente per le forze progressiste del Centrosinistra: al netto di piccoli o lievi passi avanti nei sondaggi politici, nei “ritorni” su piazze e social, e con forti discussioni e mozioni parlamentari contro il Governo, comunque il distacco non diminuisce e il consenso dell’elettorato generale resta ancora a forte traino Centrodestra. Non solo, dopo i tanti attacchi lanciati da Pd, 5Stelle e sinistre varie contro la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con sconvolgimenti vari che addirittura portano la leader FdI nel registro degli indagati per il caso Almasri, ecco il risultato del consenso non varia.



Gli ultimi dati presentati dai sondaggi politici Emg per la Rai, raccolti il 21 febbraio scorso, mostrano una crescita stabile per Fratelli d’Italia che al 30% ancora una volta guida l’intera coalizione di Governo: il Partito Democratico eppure riesce a guadagnare qualcosa, ma fermandosi ancora sotto quota 24% e rimanendo tra i 6 e i 7 punti percentuali dietro la leader FdI Giorgia Meloni. Non bene il M5s di Conte, che indietreggia all’11,4% vedendo nello specchietto retrovisore tanto Forza Italia di Thani quanto la Lega di Salvini, rispettivamente al 9,1% e 8,9%.



Non subiscono grandi variazioni tutte le altre forze dentro e fuori il Parlamento, a cominciare dall’AVS di Bonelli e Fratoianni che vive un periodo di appannamento rimanendo ancora sotto il 6% nazionale. I sondaggi politici Emg vedono al ribasso le quotazioni per l’ex Terzo Polo, con Renzi che sarebbe anche avanti al rivale storico Calenda, ma entrambi i partiti comunque al disotto ampiamente del 3% (2,6% Italia Viva, 2,3% Azione) e lontani da un potenziale sbarramento in caso di Elezioni imminenti. Il partito di Magi e Bonino all’1,9% vede ormai sempre più vicino i Noi Moderati di Lupi, con l’insieme totale di tutte le altre liste minori che non superano quota 3% neanche tutte assieme.



LE COALIZIONI, IL GOVERNO E IL CAOS SULLA DIFESA COMUNE UE: COSA NE PENSANO GLI ITALIANI

Provando a calcolare il “peso” attuale delle coalizioni si conferma quel senso di frustrazione per l’area progressista, davanti alla tenuta forte della maggioranza nonostante i vari dossier e problematiche legate alla giustizia, al caro bollette e al tema immigrazione. I sondaggi politici per la Rai mostrano un complessivo 49% dell’intera formazione di Governo, con Meloni che traina il resto del gruppo in maniera ancora più netta rispetto alle Elezioni di soli due anni e mezzo fa.

Di contro, assai più complicato fissare una coalizione certa per il Centrosinistra: se rimanesse sola Schlein con l’Alleanza Verdi-Sinistra e con il M5s di Conte, la somma non va oltre il 41% (e non è neanche detto che si riesca alla fine a tenere assieme Dem e 5Stelle, viste le grandi differenze su alcuni temi chiave come la politica estera e il lavoro). Se invece l’intero Centrosinistra si dovesse riunire in quel campo larghissimo” ipotizzato dalla Segretaria Pd, ecco che la composizione con l’aggiunta del 6,8% dell’area liberale arriverebbe a sfiorare il 48%, rimanendo dunque ancora sconfitto o comunque non vincente contro il Centrodestra in versione classica.

Al netto dei tanti scenari che possono sorgere da qui ai prossimi mesi di Elezioni locali e Regionali, c’è un dato attuale che nel panorama politico sconfina la semplice intenzione di voto partitica: i sondaggi politici condotti da Emg nella settimana in cui l’UE ragiona con forza sulla possibilità di una difesa comune Ue “alternativa” alla NATO a guida americana, gli italiani si mostrano piuttosto allergici allo scenario.

Detto che il 65% spinge affinché l’intera Europa possa rafforzarsi ora davanti alle posizioni conflittuali dell’amministrazione Trump, un secco 58% di intervistati escluse in maniera categorica che si debba aumentare la spesa per la difesa militare, costruendo un’alternativa all’Alleanza Atlantica. Un 30% invece rileva la necessità, ma è interessante vedere la distribuzione dell’elettorato in merito a tal tematica: i dati sono pressoché simili dimostrando come non conti in questo frangente l’ideologica politica. Il 51% degli elettori di Centrodestra esclude l’aumento delle spese militari, così come il 59% dell’elettorato di sinistra.