SOSTENIBILITÀ/ La “casa comune” da ricostruire ascoltando papa Francesco
Cinque anni dopo la sua uscita, l’Enciclica Laudato Si’ è ancora tutta da attuare e offre un’ipotesi di approccio di bene comune quanto mai attuale

C’è un orizzonte possibile, a cui guardare, con certezza e speranza, in questo tempo di crisi e di paure? C’è! Ha la faccia di papa Francesco, la vibrazione delle parole che non si stanca mai di rivolgerci. Nella scena politica nazionale e mondiale alle prese con la battaglia contro la pandemia, c’è un invito chiaro per ciascuno nelle parole dell’Enciclica Laudato Si‘: una possibilità di ricominciare a costruire il “bene comune” attraverso anzitutto un’educazione all’ecologia integrale ancora tutta da sperimentare e attuare. Cinque anni dopo la sua uscita, cittadini, istituzioni, imprese e chiunque abbia a cuore il mondo nel quale viviamo è interpellato dalle parole del Papa. Quanto più si rende visibile l’intreccio tra cura della salute e cura dell’ambiente, come emerge dalle ricerche generate dalla battaglia contro il Covid.
Non è, infatti, questione per “addetti ai lavori”, come possiamo essere individuati in quanto Fondazione Lombardia per l’Ambiente – ente scientifico che (dal 1986) si dedica a realizzare ricerche, studi e proposte d’intervento su temi ambientali, in collaborazione con le Università e con chi, pubblico e privato, ha responsabilità di governo del territorio. Certo, le parole di Francesco tracciano in modo particolare la via per tutte le nostre attività, per dare sostanza e metodo alla nostra azione, al supporto che diamo a tanti soggetti a partire dallo studio dei rapporti tra uomo e ambiente. L’Enciclica ci fornisce un percorso, sempre da verificare, per chiarirci in ogni azione, progetto o intervento al quale lavoriamo cosa sia l’ambiente di cui trattiamo.
Ma quello che il Papa rivolge a tutti è un invito all’etica, un’etica “condivisa”, che riusciamo a capire meglio riprendendo un altro invito, rivolto al mondo nel 2010 dal suo predecessore, Benedetto XVI, con il suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace. Diceva il Papa emerito: «Va considerato che la crisi ecologica non può essere valutata separatamente dalle questioni ad essa collegate, essendo fortemente connessa al concetto stesso di sviluppo e alla visione dell’uomo e delle sue relazioni con i suoi simili e con il creato». E ancora: «il libro della natura è unico, sia sul versante dell’ambiente come su quello dell’etica personale, familiare e sociale. I doveri verso l’ambiente derivano da quelli verso la persona considerata in sé stessa e in relazione agli altri».
L’appello accorato di papa Francesco per un’ecologia integrale nasce perciò dal rinnovato senso di responsabilità dell’uomo consapevole del suo compito di custodire e coltivare il creato.
Sempre Benedetto XVI, nell’Enciclica Caritas in Veritate, segnalava che: «se la natura, e per primo l’essere umano, vengono considerati come frutto del caso o del determinismo evolutivo, la consapevolezza della responsabilità si attenua nelle coscienze. Nella natura il credente riconosce il meraviglioso risultato dell’intervento creativo di Dio, che l’uomo può responsabilmente utilizzare per soddisfare i suoi legittimi bisogni – materiali e immateriali – nel rispetto degli intrinseci equilibri del creato stesso». Ecco perché ci sentiamo di proporre, e riproporre ancora, azioni e iniziative di educazione ambientale, così largamente intesa nell’accezione dei Pontefici, perché quello che è a tema è innanzitutto l’uomo, prima ancora che l’ambiente.
Dalla sua uscita, come Fondazione a più riprese abbiamo lavorato ad approfondire i contenuti della Laudato Si’, ultimo in ordine di tempo il workshop dello scorso novembre organizzato nell’ambito del primo Forum regionale per lo Sviluppo Sostenibile. Altre iniziative di approfondimento e divulgazione dell’Enciclica sono in programma per il 2021 (con aggiornamenti costanti sul sito www.flanet.org e sui social della Fondazione). E dagli interventi così autorevoli e significativi raccolti a novembre – da Giorgio Vittadini a Carlin Petrini, da Raffaele Cattaneo a Oscar di Montigny e Marina Spadafora, per citarne solo alcuni – prendiamo spunto per invitare tutti a riprendere tra le mani l’Enciclica. Per conoscere meglio il mondo che abitiamo, e per capire dove e come possiamo dare attuazione alla “cura” che ci propone Francesco.
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