Il Spagna la Chiesa cattolica ha chiesto di regolarizzare 500mila migranti: una misura definita di buon senso per aiutare l'integrazione sociale

Da diversi giorni a questa parte, la Chiesa cattolica in Spagna sta organizzando numerose manifestazioni pubbliche per chiedere ai decisori politici di approvare un disegno di legge proposto da alcune associazioni affinché si regolarizzi la posizione di circa mezzo milione di migranti attualmente definiti “irregolari”, in vista dell’imminente – si celebrerà il prossimo 5 ottobre – 111esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.



Facendo prima di tutto un passo indietro, è utile ricordare che è dal 2011 che realtà associate alla Chiesa in Spagna come la Rete degli Enti per lo Sviluppo Solidale, la Conferenza dei Religiosi, la Caritas e il Dipartimento per le migrazioni della stessa Conferenza episcopale chiedono al Parlamento di approvare un’iniziativa legislativa popolare affinché si proceda d’ufficio alla regolarizzazione di buona parte dei migranti che si trovano sul suolo spagnolo.



Una proposta che è stata lungamente ignorata e più volte rimandata per l’assenza di una maggioranza politica solida e che nel frattempo è stata (parzialmente) sostituita dal nuovo regolamento sull’immigrazione che è stato approvato in Spagna lo scorso maggio e che prevede al suo interno un’ampia serie di nuovi diritti riconosciuti a buona parte dei richiedenti asilo che raggiungono il suolo spagnolo.

La Chiesa in Spagna chiede di regolarizzare 500mila migranti: “Sono vitali per la realtà sociale del nostro paese”

Solamente lo scorso giugno – dopo l’entrata in vigore del teso che abbiamo appena citato – la Caritas era comparsa davanti alla Commissione per le migrazioni del governo della Spagna chiedendo che si desse nuovo vigore alla discussione sulla proposta avanzata nel 2021, ricordando – a nome dell’intera Chiesa – che si trattava di semplice “giustizia” nei confronti di tutti coloro che nel corso degli anni si sono riusciti a integrare nel tessuto sociale spagnolo, ma non sono riusciti per via di diversi cavilli burocratici a ottenere la regolarizzazione formale.



(Ansa)

In particolare, sarebbero esclusi dai diritti sociali e civili tutti quei migranti in Spagna che hanno perso i documenti utili per dimostrare di essere arrivati due anni prima, chi vive in gravi situazione di emergenza o indigenza tali di impedirgli di trovare un lavoro, chi non ha mai potuto godere di un contratto lavorativo regolare, chi incappa in difficoltà burocratiche e numerose famiglie con minori a carico.

A rilanciare l’appello per la regolarizzazione straordinaria di questi migranti che si trovano già in Spagna e che non sono soggetti ad alcun decreto di espulsione, ci ha pensato anche la Sottocommissione episcopale per le migrazioni che ha ricordato che questi soggetti “stanno rivitalizzando la realtà sociale ed ecclesiastica del nostro Paese”, invitando i decisori politici a tenere una “mentalità aperta” e a non fare del tema un oggetto dello scontro politico mettendo in campo una misura di “responsabilità politica, etica e sociale”.