In Europa come in Italia sembra mancare qualcuno che, come Trump, faccia gli interessi dei propri cittadini

Nel mio ultimo articolo avevo scritto: “Quello che succederà da oggi in poi è presto detto: siccome quell’accordo è impossibile da rispettare, ogni paese si muoverà per conto suo per ottenere condizioni diverse e personalizzate, calibrate per la propria economia”. Poi abbiamo letto notizie come questa: “Il Ministro tedesco Klingbeil negli Usa per trattare sui dazi”. Sono bravo come profeta, eh?



No, per niente. Anche un bambino l’avrebbe “previsto”. La signora Ursula non ha idee proprie, non difende un interesse di un qualche popolo, ma deve fare la banderuola al cambiare di ogni venticello, nel tentativo disperato di difendere l’indifendibile, cioè gli interessi di una Unione europea che non c’è, una Ue che strilla se le impongono dei dazi, ma con molta disinvoltura non esita ad applicarli alla Cina quando si devono difendere i propri interessi e quando si colpisce un nemico commerciale degli Usa. Fa parte della sudditanza europea nei confronti degli Usa.



A proposito di ministri tedeschi, l’ex ministro degli Esteri Annalena Baerbock, quando era in carica mostrava un’aggressività verbale anche sopra le righe, staccandosi completamente dal comportamento più sobrio dei suoi predecessori, e c’era chi si chiedeva quale fine politica avrebbe fatto. Si distingueva per i suoi attacchi a Russia, a Putin, alla Cina, alla Turchia: sapete che fine ha fatto? Oggi è Presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Un bel premio per il suo attivismo pro-Usa, no?

Ora però che gli Usa, per fare i loro interessi, colpiscono l’Ue, tutti a lagnarsi. Prima ognuno ha usato l’Ue per i propri interessi, poi si scopre che non avendo nulla in comune, non hanno saputo impostare una linea politica comune. Tutti a criticare la povera Ursula (poverina, ormai fa tenerezza), ma nessuno che sappia dire che cosa avrebbe dovuto fare. Sembra una trappola ordita dagli stessi capi di governo dei vari Paesi europei, per avere poi mano libera e poter trattare ognuno come gli pare. E il ministro tedesco delle Finanze klingbeil ha bruciato tutti sul tempo. Probabilmente aveva già capito e si era già comprato il biglietto aereo.



Vedete, il modello del libero mercato è strutturalmente fallimentare. Non lo dico io, ma lo hanno detto decenni fa alcuni illustri economisti. Il modello del libero mercato è quello che si fonda sulla competizione, che si dimostra come la soluzione più inefficiente, come evidenziato dal “dilemma del prigioniero”, un’interessante storiella che si studia al primo anno di Economia all’università.

Nel mio primo libro “Eurocidio” ho citato non solo questo, ma anche la storia del gioco del Monopoli: inventato dalla statunitense Elizabeth Magie, seguace dell’economista Henry George, voleva istituire uno strumento didattico per quella che oggi noi chiameremmo “educazione finanziaria”, per mostrare come il libero mercato produce fallimenti. E in effetti nel gioco del Monopoli c’è un vincitore perché tutti gli altri falliscono.

Un momento del gioco del Monopoli (Foto: ANSA)

Vi rendete conto che la prima versione del gioco è del 1906? E capite perché, miei cari lettori, i politici Ue stanno portando i loro popoli sull’orlo del baratro? Perché la gran parte di loro non ha capito a che gioco stanno giocando, illudendosi di dover difendere l’Ucraina a tutti i costi “perché combattono per noi” e non capiscono che di mezzo c’è solo un bieco interesse commerciale, quello degli Usa che vogliono venderci il loro carissimo gas e non vogliono vedere un’Europa diventare la prima potenza mondiale, forte per una propria capacità produttiva sostenuta da materie prime a basso costo provenienti dalla Russia e dall’Asia.

Prima, con Biden, tentavano di difendere un predominio che nei fatti non c’è più (nonostante il migliaio di basi americane sparse nel mondo). Ora con Trump tentano di mantenere un predominio almeno nell’area geografica di loro primario interesse, cioè il continente americano e quello occidentale europeo, dove possono contare su un alleato fedele come la Gran Bretagna.

Con questa manovra Trump tenta di spiazzare sia i nemici interni, sia quelli che all’estero non lo possono vedere, cioè quei poteri europei che fino a oggi sono andati a braccetto con la grande finanza (europea e americana). Non è detto che Trump riesca a vincere la sua partita, poiché come ho già accennato, da un punto di vista economico avrebbe bisogno di un dollaro debole. Ma Powell, capo della Fed, sta mantenendo alti i tassi ostacolando quel piano.

Sul mercato finanziario funziona così: se i tassi sono alti, sono alti anche i rendimenti dei titoli di stato in quella moneta (quindi i titoli di stato Usa, nel nostro caso). E se quei titoli rendono tanto, i grandi fondi correranno ad acquistarli; e li acquisteranno comprando dollari; quindi se vengono comprati dollari in grandi quantità, il valore del dollaro salirà. In sostanza, per lo Stato si avranno due effetti: i propri titoli avranno interessi più alti da soddisfare e quindi costi maggiori; e poi le esportazioni saranno in difficoltà e saranno favorite le importazioni a causa dell’aumento del cambio col dollaro con le altre valute, cioè bilancia commerciale in negativo e meno posti di lavoro per il proprio popolo.

Quindi Trump, sta facendo i propri interessi, gli interessi affermati in campagna elettorale (quindi non c’è alcuna sorpresa) e gli interessi della propria popolazione.

In fondo, a noi manca solo qualcuno che faccia i nostri interessi, magari dopo aver ripassato le regole del gioco. E scusate se è poco.

Cosa dovremo fare? E cos’ha fatto la Spagna? Si è opposta, unica in Europa, all’aumento delle spese militari al 5% del Pil. Attaccata duramente, sta per disdire contratti militari per circa 6 miliardi di dollari (per l’acquisto degli F35). Sta mostrando banalmente che quando un Paese è sovrano, può decidere serenamente di difendere i propri interessi, i propri ideali, i propri principi. Se noi invece continuiamo a fare da zerbino, non possiamo lamentarci se poi gli altri si puliscono le scarpe sopra di noi, non vi pare?

Se dobbiamo sopportare delle difficoltà, perché non farlo per difendere i nostri interessi e i nostri principi, a partire da quello affermato all’articolo 11 della nostra Costituzione “L’Italia ripudia la guerra”?

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