Il Pentagono convoca 800 ufficiali per mandare un messaggio alla Russia. i dem annaspano e si radicalizzano a sinistra. Intanto nel GOP...
Una mega riunione urgente di centinaia di alti ufficiali americani a Quantico (Viginia) martedì prossimo. Convocati a stretto giro dal capo del Pentagono Pete Hegseth, il loro incontro in realtà non nasconderebbe motivi di particolare gravità, se non la necessità, fa presenta Rita Lofano, direttore responsabile dell’AGI, di mostrare un alto grado di attenzione di fronte al fenomeno degli sconfinamenti russi nei cieli occidentali, anche in quelli dello Stato americano dell’Alaska.
E mentre la vendetta di Trump colpisce James Comey, ex direttore FBI incriminato in relazione alle indagini da lui svolte sul Russiagate, la politica americana cerca la sua strada: tra i repubblicani, dopo la morte di Charlie Kirk, si fa avanti timidamente la possibilità di una candidatura alla presidenza dell’attuale vicepresidente J.D. Vance insieme proprio alla moglie dello stesso Kirk. Tutto questo mentre dall’altra parte i democratici non riescono a elaborare un programma da opporre a quello di Trump e non trovano una leadership sicura.
L’ex direttore dell’FBI Comey è stato incriminato. Una vendetta di Trump perché Comey aveva indagato nel Russiagate?
Sì, è proprio una faida personale, ovviamente legata alla politica. James Comey è un personaggio controverso: paradossalmente anche Hillary Clinton ritiene di aver perso le elezioni nel 2016 contro Trump a causa sua e del dossier, poi archiviato, sull’email-gate legato alla posta elettronica della candidata dem. Per quanto riguarda Trump, la vicenda ruota tutta attorno al Russiagate. Credo che Comey rappresenti l’ex funzionario di più alto livello preso di mira da Trump in questa sorta di resa dei conti. Sicuramente il presidente americano ha un approccio molto personale, anche un po’ vendicativo con i suoi nemici: sappiamo che sul rinvio a giudizio c’erano perplessità anche da parte di Pam Bondi, il ministro della Giustizia.
Il capo del Pentagono Pete Hegseth ha convocato una riunione di tutti i generali USA, si parla di 800 ufficiali. Come mai c’è la necessità di un incontro così allargato?
Vance e Trump hanno cercato di spiegare che si tratta di riunioni che avvengono regolarmente, però ci sono due aspetti che sono abbastanza inusuali: l’entità dei funzionari militari di alto rango riuniti, e il fatto che siano stati convocati con così poco preavviso. Hegseth aveva anche annunciato una riduzione degli ufficiali americani del 20 per cento e un loro ricollocamento in base alle strategie militari, Trump voleva mostrare un impegno maggiore all’interno degli Stati Uniti.
Ma qual è la vera ragione della convocazione?
Potrebbe essere in relazione con i ripetuti episodi di sconfinamento di droni e aerei russi, uno dei quali è successo in Alaska. Trump vuole fare in modo che l’opinione pubblica si concentri sul tema della difesa. Il presidente USA e anche il segretario generale della NATO Mark Rutte hanno detto che bisognerebbe abbattere i MIG se sconfinano sui cieli di territori alleati.
Riunire in un batter d’occhio così tanti ufficiali è una dimostrazione di potenza, un modo indiretto per far capire che si è pronti a usare la forza. Non per niente la notizia è uscita subito dopo quella del caso degli aerei russi in Alaska. Se la convocazione fosse stata per un’operazione di guerra non lo avremmo saputo. Invece così si vuole dimostrare che si è in grado di attivare il più alto livello di mobilitazione.
Come si sta muovendo Trump nella politica interna?
Innanzitutto, bisogna dire che l’economia americana sta andando bene e questa è la prima cosa che conta per le tasche degli elettori. Certo, bisognerà attendere la decisione della Corte Suprema sulla possibilità del presidente di applicare i dazi, ma intanto Trump ha le big tech ai suoi piedi e le Borse trainate dagli investimenti, in particolare sull’intelligenza artificiale.
La vicenda Kirk che strascichi ha lasciato? Alcuni dicono che il ticket JD Vance-Erika Kirk potrebbe puntare alle presidenziali del 2028. C’è qualche possibilità?
Quello che si diceva a Washington era che Kirk fosse in realtà l’erede designato di Trump, anche se non necessariamente candidato alla presidenza. Più ancora di Vance. La sua morte ha rilanciato voci secondo le quali sarebbe proprio la moglie a raccogliere la sua eredità e a rilevarne la missione. Trump, al di là della strumentalizzazione politica, ha mostrato di essere coinvolto personalmente in questa vicenda.
Certi gruppi che fanno riferimento al mondo evangelico, cristiano in generale, di cui Kirk faceva parte continueranno a essere un punto di riferimento per Trump?
Non sono sicura che sia necessariamente il mondo evangelico. Inizialmente Trump ha stretto una vera e propria alleanza più con i cattolici che con gli evangelici, cosa che invece era avvenuta durante il suo primo mandato. Il mondo religioso in America, d’altra parte, pervade tutta la politica, anche la parte democratica. L’ateismo non è concepito più di tanto nella cultura americana. Il ticket JD Vance (che è cattolico) Erika Kirk, comunque, è da tenere in considerazione, ma è troppo presto per parlarne.
Intanto i democratici danno qualche segno di vita? Ci sono dei nomi che cercano di imporsi come nuovi leader del partito, capaci di rinnovare il suo programma?
Per ora continua a resistere Alexandria Ocasio-Cortez che guarda caso, e sembra quasi un’analogia con quello che succede nel Pd, ha posizioni anche diverse rispetto al leader di minoranza al Senato, Chuck Schumer. Gli Stati Uniti corrono il rischio che venga dichiarato lo shutdown entro fine mese per la mancata approvazione della legge di spesa. Probabilmente stavolta succederà. I democratici, che non controllano nessuna delle due camere, potranno addebitarne la colpa alla maggioranza repubblicana. Potrebbe avere conseguenze pesanti: Trump ha minacciato licenziamenti nella pubblica amministrazione. Schumer dice che lo shutdown non ha senso, la Ocasio-Cortez continua sulla sua strada perché vuole rifinanziare l’Obamacare.
Tolta lei ci sono altri emergenti dem?
Newsom, il governatore della California, è considerato uno dei possibili candidati. Però non è che stia emergendo così tanto. E poi è difficile che la spunti un californiano, sarebbe molto divisivo. La Ocasio-Cortez, invece, è una newyorkese del Bronx. Poi c’è il candidato sindaco di New York Zohran Mamdani: è lanciatissimo, ma gioca in casa, perché la città in cui si presenta è un feudo democratico. Alla fine in questo contesto politico emergono le personalità che hanno posizioni più estreme, più a sinistra. Anche se poi governare è un altro paio di maniche. Per il momento, tuttavia, i democratici non hanno una vera proposta politica da presentare.
Trump è un po’ in difficoltà quanto alla politica estera, anche se ora ritiene di essere vicino a una soluzione per la guerra di Gaza, dove si è sempre schierato dalla parte di Israele. Chi lo sostiene nel mondo ebraico statunitense?
La comunità ebraica negli Stati Uniti è sempre stata molto forte, molto influente. Non dimentichiamoci che è ebreo il genero di Trump, Jared Kushner, il marito di Ivanka, che nel primo mandato era stato inviato in Medio Oriente, come responsabile del processo di pace. C’era lui dietro gli accordi di Abramo.
(Paolo Rossetti)
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