Nonostante avessero uno stipendio compreso fra i 1.200 e i 1.500 euro, alcuni migranti richiedenti asilo, continuavano a percepire l’assegno sociale, quello che spetta di diritto agli stranieri indigenti. Come riferisce l’edizione online de Il Messaggero, questo tipo di aiuto viene meno nel momento in cui lo stipendio mensile supera il sussidio, ma gli stessi migranti hanno fatto finta di nulla, continuando a percepire indebitamente l’assegno sociale. Colpevoli, un centinaio di migranti della provincia di Pordenone, che non avevano appunto dichiarato alla Prefettura di aver trovato il lavoro. Fortunatamente l’ex prefetto locale, Maria Rosaria Maiorino, ha richiesto un’intensificazione dei controlli circa le mancate dichiarazioni di avvio di attività lavorativa, smascherando chi aggiungeva all’assegno sociale anche un bello stipendio mensile come reddito da lavoro. Nel mirino, un’attività durata più di un anno, e sono più di cento le persone che negli ultimi dodici mesi hanno visto revocato il diritto di accoglienza, dopo la stretta della Prefettura.
STIPENDIO DA 1500 EURO PIU’ ASSEGNO SOCIALE: ECCO DA DOVE PROVENIVANO
Grazie a controlli mirati e accurati, si è potuto tappare una falla, come scrive Il Messaggero, di denaro pubblico, un’uscita di liquidità non giustificata. Coloro che sono stati ritenuti “colpevoli” sono stati espulsi pressoché all’istante dal sistema dell’accoglienza, ma continueranno il loro percorso giuridico sino al riconoscimento dello status di rifugiato. Si tratta per lo più di persone provenienti dall’Afghanistan, dal Pakistan ma anche dall’Africa Sub-sahariana, e quasi tutti con in mano un contratto di lavoro per un impiego in fabbrica, oppure nell’agricoltura, molto spesso come braccianti, e in generale lavori di fatica e turni “scomodi”. Ricordiamo che la richiesta d’asilo per indigenti garantisce, oltre ad un assegno sociale mensile, anche un alloggio gratuito, condizioni di cui avrebbero potuto godere altri migranti realmente bisognosi. A questo punto è quasi certo l’apertura di un processo, e gli stessi trasgressori è probabile che siano costretti a restituire allo stato quanto indebitamente ottenuto, sempre che non risultino nullatenenti.