Azouz Marzouk, padre e marito di due delle vittime della strage di Erba, è arrivato a Brescia per la prima udienza di revisione del processo che vede imputati Olindo Romano e Rosa Bazzi, i due coniugi all’ergastolo per il massacro della sua famiglia. Da anni combatte per ottenere la riapertura del caso, convinto che in carcere ci siano due innocenti e che le tre sentenze a carico della coppia siano un clamoroso errore giudiziario.
All’arrivo davanti al Tribunale, accolto da una folla di cronisti e curiosi, il tunisino ha affidato ai microfoni della stampa alcune brevi dichiarazioni per sintetizzare il suo stato d’animo ora che, per i coniugi, si apre una fase cruciale 17 anni dopo gli omicidi avvenuti l’11 dicembre 2006 nella corte di via Diaz. Presenti in aula anche Olindo Romano e Rosa Bazzi che, poche ore fa, in una lettera inviata al giornalista Marzo Oliva hanno ringraziato il sostituto pg di Milano, Cuno Tarfusser, per aver avanzato richiesta di revisione del processo e avergli dato la possibilità di rimettere tutto in discussione in un’aula di giustizia.
Revisione processo strage di Erba, Azouz Marzouk: “La mia rivincita”
Azouz Marzouk ha ribadito di essere convinto che giustizia non sia stata fatta con la condanna definitiva all’ergastolo dei suoi ex vicini di casa, Olindo Romano e Rosa Bazzi. Nella strage di Erba, il tunisino perse la moglie Raffaella Castagna, 30 anni, il loro figlio di 2, Youssef Marzouk, la suocera Paola Galli. Nel massacro morì anche un’altra residente della “palazzina del ghiaccio”, Valeria Cherubini, mentre il marito di quest’ultima, Mario Frigerio, scampò alla morte grazie a una malformazione alla carotide che impedì al fendente alla gola di ucciderlo. L’uomo sarebbe poi diventato testimone chiave dell’accusa a carico della coppia, riconoscendo – secondo la difesa dei coniugi in modo non genuino, ma manipolato dalle domande suggestive degli inquirenti – in Olindo Romano il suo aggressore.
“Sono emozionato – ha dichiarato Azouz Marzouk all’arrivo davanti al tribunale dove la Corte d’Appello di Brescia deciderà sulla revisione del processo –, stiamo avendo la nostra rivincita. Inizialmente pensavo che Olindo e Rosa fossero colpevoli, poi già nel primo anno dopo il massacro ho cambiato idea e ora credo che non sia stata fatta giustizia. Oggi possono riparare”.