Secondo quanto riferito da una fonte giudiziaria ad Agence France-Presse e ripreso oggi da Le Monde, i giudici antiterrorismo incaricati di fare luce sulla strage di Nizza che il 14 luglio 2016 portò all’uccisione di 87 persone – attentatore incluso – avrebbero portato a termine le loro indagini. I tribunali avrebbero informato le parti della chiusura delle indagini e a partire da adesso ci sarebbe un mese di tempo per le richieste da parte della Procura nazionale antiterrorismo prima della decisione finale dei giudici in merito allo svolgimento del processo che non potrà aprirsi prima del 2022. Era il 14 luglio 2016 quando sulla Promenade des Anglais, a Nizza, un uomo tunisino di 31 anni realizzò una vera e propria strage nella quale rimasero uccise 86 persone tra cui molti bambini, famiglie e turisti stranieri, prima di essere ucciso dalla polizia. Essendo morto il principale responsabile, il processo non potrà che concentrarsi sui suoi presunti complici. Si cercherà quindi di capire se la sua famiglia fosse a conoscenza o meno del suo piano terroristico e se qualcuno di loro lo abbia aiutato in questa folle impresa. Otto sono le persone coinvolte nell’inchiesta mentre una nona persona si è suicidata durante la sua detenzione.
STRAGE NIZZA, INDAGINI CHIUSE: VERSO IL PROCESSO
Dopo la chiusura delle indagini sulla strage di Nizza, adesso spetta al sistema giudiziario antiterrorismo definire la strada da adottare: se si considera sufficientemente solida la terroristica, il processo potrebbe svolgersi in Assise confermando così la tesi degli ultimi tre anni e mezzo condotta dai magistrati. In caso contrario, sarebbe tenuto in un tribunale correzionale e il rischio sarebbe di essere considerata un “fiasco” l’indagine che sin dall’inizio seguì la tesi del terrorismo, considerata “fragile” persino da parte degli avvocati delle vittime. “Questa fase apre un periodo di interrogatori commisurati alla tragedia”, ha spiegato Eric Morain, avvocato della Federazione Nazionale delle vittime di attacchi e incidenti collettivi (Fenvac). “Dobbiamo evitare il rischio di un fiasco giudiziario, che sarebbe che un tribunale speciale d’assise dicesse che non c’è stata alcuna associazione criminale terroristica. Tanto vale risolvere la questione in fase di indagine”, ha proseguito. Gérard Chemla, altro avvocato delle vittime resta in attesa dell’incarico di pubblico ministero. Parallelamente a questa indagine, a Nizza è ancora in corso un’indagine sul sistema di sicurezza, che sarà oggetto di accese polemiche nell’estate del 2016. L’indagine non ha portato ad alcuna incriminazione.