Isis, Isis-K, Al Qaeda e Fratelli Musulmani: i pericoli – e le diversità – dell’estremismo islamista sono stati messi al centro di un summit europeo tra i ministri di 6 Paesi. Ebbene, l’Italia non è tra questi (e i motivi sono ancora tutti da comprendere): all’interno dell’opera di forte limitazione dell’emergenza jihad in Europa, le spinte di Macron e dell’Austria hanno portato al summit per ragionare sul contrasto alla minaccia estremista.
Per questo motivo oggi a Vienna si sono ritrovati alcuni dei Ministri degli Interni europei interessati ad approfondire l’ultimo report inedito presentato sui Fratelli Musulmani e sull’oscura rete di finanziamento economico per garantirsi una posizione “monopolista” nel mondo islamico. Lo racconta bene un articolo de “Il Giornale” di Alberto Giannoni, citando parti di quel report oggi presentato: «Mentre gli attacchi jihadisti hanno un andamento intermittente – ma gli ultimi sono di pochi giorni fa – l’approccio degli Stati europei sta cambiando. Superando la logica securitaria, vari governi ora provano ad analizzare l’ombra islamista come un fenomeno politico, come minaccia alla democrazia e all’integrazione», scrive il collega parlando delle strategie comunitarie di contrasto all’emergenza, con l’Italia però assente nel vertice odierno.
L’ESTREMISMO IN EUROPA: I RISCHI
Centristi di Francia, Centrodestra dell’Austria e Centrosinistra della Danimarca: è trasversale l’approccio di parte dell’Europa sull’emergenza fondamentalismo, e l’apporto dell’Italia è comunque presente – se non col Governo – tramite Lorenzo Vidino (direttore del Programma sull’estremismo della “George Washington university”), massimo esperto di radicalismo islamico a livello europeo. Proprio a lui è infatti stato commissionato il report sui Fratelli Musulmani e tramite l’analisi congiunta con un altro studioso italiano, Sergio Altuna, si è giunti ad risultati sorprendenti. «Disegnata una sorta di mappa e di radiografia di questa “confraternita”, una nomenclatura nepotista e arabofona (per lo più siriana e giordana) che grazie alle capacità di mobilitazione e alla disponibilità di risorse esercita un’influenza sproporzionata sulle comunità accreditando i propri dirigenti come rappresentanti legittimi dei musulmani», spiega “il Giornale”, riportando dell’obiettivo dell’islam ideologico di voler conquistare l’egemonia in forma anche simbolica e non solo politica. A quest’ordine di idee si iscriverebbe il progetto della più grande moschea in Europa da costruire a Strasburgo. «I Fratelli», si legge ancora nel report presentato oggi a Vienna, «lavorano su più livelli» e in quello più “presentabile” «costruiscono una narrazione vittimistica grazie all’islamofobia» paravento usato per mettere all’indice i critici». La Fratellanza opera nella legalità e alla “luce del sole” ma progetta di costituire un’egemonia culturale, politica e religiosa in grado da accrescere sempre di più il potere all’interno del mondo islamista: l’Europa però – o almeno, parte di essa per il momento – non sembra voler stare più a guardare.