Le suore dicono basta, religiose pronte alla rivolta: troppo lavoro per stipendi troppo bassi, scoppia il caso del gender pay gap. Come riportano i colleghi di Quotidiano.net, le sorelle rivendicano orari lavorativi più equi e – anche attraverso l’organo ufficiale Donne Chiesa Mondo – mettono sul tavolo il tema della settimana lavorativa. Il giornale spiega che le religiose percepiscono uno stipendio da 800-900 euro al mese ma devono restituire tutti i denari all’ordine di cui fanno parte. Maryanne Lounghry, suora australiana della Misericordia, ha affermato che «la disparità di genere è uno dei nodi, dobbiamo chiederci cosa succede nella nostra Chiesa e nel Paese in cui operiamo». La sorella, membro del Consiglio della Commissione internazionale cattolica sulle migrazioni e consulente per il suo governo, ha invocato «un codice di comportamento, così come esistono le Linee guida per la tutela dei minori. Prassi e regolamenti servono per negoziare necessità, obblighi, diritti; c’è sempre stato qualcuno che l’ha fatto al nostro posto, ma ora nelle congregazioni sono arrivate sorelle più preparate».
IRA SUORE: “TROPPO LAVORO E STIPENDI BASSI”
Quotidiano.net mette in risalto anche un altro problema, che riguarda le novizie: uno dei rebus da risolvere è come si deciderà se e cosa potrà studiare una nuova sorella. Al momento è tutto in mano alla madre badessa o al superiore dell’ordine maschile cui sono collegate le suore. Suor Maryanne ha evidenziato come sia fondamentale che una suora sappia cosa può chiedere e cosa non può esserle chiesto. E’ inoltre necessario un codice di condotta, come del resto un contratto negoziato. Suor Naike, responsabile comunicazione di una diocesi, ha spiegato: «Il voto di povertà non implica una vita di miseria. Senza sussidi garantiti si impara a rispettare il denaro. Quello che noi facciamo è mettere in comune tutte le risorse». Insomma, religiose pronte alla rivolta: dopo la bufera delle violenze sessuali, c’è un altro terremoto in arrivo all’interno della Chiesa…