Il caso della Super Papata in una scuola media di Roma: si è scelto, per educazione sessuale, un video decisamente discutibile. Ecco cosa è accaduto
La Super Patata diventa un caso politico. L’eroina che alza la gonna per spiegare educazione sessuale ai ragazzi, ha creato non poco scalpore nella prima media dell’istituto comprensivo Bruno De Finetti, a Fonte Laurentina, in quel di Roma. E così che ai giovani è stato mostrato un filmato risalente agli anni ’90 e precisamente alla trasmissione Hollywood Party, in cui veniva mostrata questa donna che alzando la gonna sconfiggeva i malaffari. Tutto “molto bello” ma evidentemente poco educativo e forse poco adatto per dei ragazzini di 11 anni che si approcciano per la prima volta alla sessualità.
Il caso, come detto sopra, è quindi giunto anche alla politica e ha fatto saltare sulla sedia il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso: «Il Ministero non ha ancora ricevuto dalla scuola nessuna comunicazione – ha spiegato lo stesso, come si legge su Il Messaggero – ma intanto vorrei capire qualcosa io, non aspetto i tempi burocratici del ministero. Se le cose stanno così, se davvero in classe si è svolta questo tipo di didattica e se anche solo un ragazzino è rimasto turbato, è un comportamento anomalo e censurabile. Prima di sentire la dirigente diamole modo di appurare la verità dei fatti». E ancora: «Vorrei parlare anche con le famiglie, sono a loro disposizione, se sono preoccupate da un metodo didattico che di didattico non ha nulla». Sarebbe inoltre emerso, che il professore che ha mostrato il video agli studenti, avrebbe invitato gli stessi a non dire nulla a casa
IL CASO DELLA SUPERPATATA: SASSO, I GENITORI E I PRESIDI LO CONDANNANO
«Quel non dite niente a casa, che viola il Patto educativo di corresponsabilità, e che va verificato – ha proseguito Rossano Sasso – non esiste che un educatore dica non dite queste cose a casa. Voglio saperne di più, va approfondito, insomma, cosa si è detto, il contesto, ma in questo momento storico, dove c’è un’attenzione estrema a come trattare stereotipi, educazione sessuale, inclusione, mi sembra del tutto fuori luogo».
Secondo il sottosegretario i giovani sono già bombardati da tv e smartphone, di conseguenza: «non ci si metta anche la scuola… non è educativo, fosse solo perché ha urtato la sensibilità di un bambino mi sento di dire e intervenire. E prima che da sottosegretario e padre, parlo da insegnante. Che è il mestiere più bello del mondo. E bisogna dire grazie ai docenti per quanto hanno fatto in questi due anni. Ma non posso girare la testa dall’altra parte». Allibiti ovviamente anche i genitori degli alunni, così come Mario Rusconi, presidente dell’associazione nazionale dei presidi di Roma, secondo cui tale video «diseducativo che non attiene alla didattica né alla sessualità. La donna viene messa alla berlina».
