Il Fatto Quotidiano: “Il rapporto segreto sui sussidi dannosi per l’ambiente”
Secondo un rapporto redatto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (nel periodo in cui era Ministero per la Transizione Ecologica), citato esclusivamente e in anteprima dal Fatto Quotidiano, in Italia sono aumenti i sussidi ritenuti dannosi per l’ambiente, anche detti Sad. Il rapporto, inoltre, sembra essere pronto da più di anno, ma nonostante il cambio di governo e del ministero, nessuno l’ha mai pubblicato.
Si tratta del catalogo sui sussidi dannosi per l’ambiente (Sad) e sui sussidi favorevoli (Saf), obbligatorio per legge e che restituisce a cadenza biennale una fotografia della green economy. Il rapporto a cui fa riferimento il Fatto Quotidiano fa riferimento al biennio 2019-2020, mentre sembra che nessun’altra edizione sia mai stata effettivamente redatta. Sembra anche che lo stesso rapporto fosse stato presentato nel 2021 al Cite, il Comitato interministeriale transizione ecologica, ente che avrebbe voce in capitolo afferendo a più Ministeri. Mentre, in occasione della crisi di governo, che ha portato al cambio di esecutivo, il catalogo sui sussidi dannosi e favorevoli per l’ambiente è definitivamente sparito nel nulla, senza che i dati contenuti siano stati presi in considerazione da nessuno.
I dati sui sussidi dannosi per l’ambiente: 22,4mrd nel 2021
Secondo il Fatto Quotidiano, d’altronde, non stupisce eccessivamente che il rapporto sui sussidi dannosi e favorevoli per l’ambiente sia sparito. L’immagine che restituisce, infatti, non sembra essere molto favorevole dal punto di vista ambientale, con sussidi destinati ad interventi ritenuti dannosi, superiori a quelli favorevoli, specialmente dal punto di vista dei fondi destinati alle fonti energetiche fossili.
Nel dettaglio, i dati che ha avuto modo di visionare il Fatto Quotidiano, attesterebbero sussidi pari a 22,4 miliardi ritenuti dannosi per l’ambiente, mentre quelli favorevoli ammonterebbero a 18,6 miliardi. Dati che confermano la tendenza degli anni precedenti, con un 2019 che ne vedeva 24,5 contro 17,6 e nel 2020 21,6 contro 18,9. Non sarebbe, insomma, un divario eccessivamente grande, ma permetterebbe un ampio margine di manovra per andare ad intervenire su quei sussidi dannosi per l’ambiente (come le fonti fossili, a cui sono stati destinati 15 miliardi nel 2019, poi 13,1 nel 2020 e nuovamente 14,5 nel 2021). Una missione, quella di migliorare la condizione ambientale, spiega il Fatto, tanto cara a Cingolani nel 2021 (all’epoca Ministro della Transizione Ecologica, appunto) che nonostante avesse il rapporto pronto, con interventi programmabili, non avrebbe fatto nulla per farlo valere.