Si rischia il regime di sorveglianza di massa in Svizzera, ne è convinto Proton IA: ecco cosa ha spiegato il suo direttore
La Proton, azienda svizzera attiva nel campo dell’intelligenza artificiale ha deciso di lasciare la propria nazione a causa di alcune modifiche di legge del Consiglio Federale, temendo che tramite l’IA si possa dare vita ad un regime di sorveglianza di massa. La notizia è molto interessante ed è stata pubblicata nelle scorse ore dal portale elvetico Tio.ch, riferendosi ad un modello di intelligenza artificiale che rispetto agli altri predominanti, faccia della privacy e dell’inviolabilità dei propri dati, una vera e propria mission: nessuno deve conoscere ciò che facciamo con l’intelligenza artificiale.
A spiegarlo chiaramente è stato Andy Yen, direttore di Proton, che ha esternato tutti i suoi dubbi in occasione di una intervista concessa a Le Temps. Il manager, con un passato ad Harvard e nel CERN di Ginevra (città sede di Proton), ha spiegato che ad oggi il mercato dell’Ia è dominato dai colossi americani principalmente, leggasi ChatGPT, ma anche Google e Microsoft, e lo scopo dell’azienda svizzera è quella di offrire un’alternativa diversa. Secondo Yen le aziende del Vecchio Continente non devono stare a guardare cosa succede oltre oceano o in Cina, rischiando di ripetere lo sbaglio degli anni ’90, quando lo sviluppo di internet e delle ricerche online fu lasciato agli americani.
L’alternativa di cui parla il numero uno di Proton consiste in una intelligenza artificiale diversa, tenendo conto che le informazioni digitali sono “intime e sensibili”, ricordando come molte persone cancellino la cronologia delle proprie ricerche ma in Google resta comunque tutto. L’Ia inoltre non si limita alle ricerche ma parla con noi, ci conosce, apprende la nostra personalità, le nostre paure, le passioni, le opinioni politiche e gli interessi: “Oggi vedo anche i bambini usare l’IA”, prosegue Yen, “Parlano con le e le racconta la loro vita”. Da qui nasce l’idea di creare Lumo, un nuovo modello di intelligenza artificiale che utilizza un sistema di crittografia pressochè inviolabile e che fa in modo che tutto ciò che noi condividiamo con lo stesso “non possa essere utilizzato o divulgato”.
PROTON IA CONTRO LA SVIZZERA: “CON IL NOSTRO MODULO…”
Stando a Yen con questa IA in sviluppo, neanche Lumo può accedere alla storia delle “vostre conversazioni”, che ricorda “appartiene solo a voi e a nessun altro”, e questo è un lusso che nessun’altra IA può avere oggi: “Anche io uso l’intelligenza artificiale – aggiunge Yen – ma a volte evito di farle domande delicate perchè non so cosa ne faranno dei miei dati”, ma con Lumo la situazione sarà diversa: “Non dovrete avere paura, le vostre conversazioni saranno protette”.
Yen arriva poi alla questione svizzera, spiegando che l’infrastruttura dell’IA di Proton non sarà appunto situata nel territorio elvetico ma in Germania, così come in Norvegia, per 100 milioni di franchi (circa 100 milioni di euro), di investimenti. La decisione di scartare il Paese di casa deriva dalla revisione della legge federale sulla sorveglianza, sottoposta di recente a consultazione, che secondo lo stesso Yen “mira a imporre in Svizzera una sorveglianza di massa” che è ovviamente illegale nell’Unione Europea ma anche negli Stati Uniti, il Paese quest’ultimo, storicamente più “vigilante” al mondo.
PROTON IA CONTRO LA SVIZZERA: “NON INVESTIREMO PIU’ IN CASA”
Secondo il numero uno di Proton se passasse questa legge “si costringerebbero le aziende svizzere a spiare i propri utenti per conto dello stato”, di conseguenza i servizi offerti da Proton non sarebbero più tutelati. Yen sottolinea che la fuga dalla Svizzera non è stata “presa alla leggera” tenendo conto dei lunghi trascorsi dell’azienda, ma ha anche spiegato che un mese scorso ha scritto una lettera al consiglio federale chiedendo chiarimenti in merito alla nuova proposta di legge, ma fino ad oggi non sono stati chiariti i suoi dubbi.
“Questo è un pessimo segnale”, aggiunge, ricordando che “la riservatezza è essenziale e si tratta anche di investimenti pesanti”. La decisione legislativa non è ancora ufficiale ma Proton non può attendere: “Non sappiamo quando arriverà, se fra una settimana o un anno”, ricordando che la politica si muove a ritmo lento mentre il ritmo dell’Ia è molto diverso “Dobbiamo muoverci in fretta o finiremo fuori dai giochi”.