Il tampone nasofaringeo resta la soluzione ottimale per la diagnosi della positività al coronavirus, mentre quello nasale non è del tutto affidabile. È quanto emerge da uno studio realizzato dai ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center in collaborazione con l’Harvard Medical School di Boston. Confrontando due diverse procedure di raccolta dei tamponi nasali e tre diverse condizioni di trasporto degli stessi, hanno scoperto che i tamponi nasali sono affidabili se la carica virale della persona è elevata. Se una persona è positiva al coronavirus ma con una carica virale bassa invece potrebbe “sfuggire”. Nello specifico gli scienziati hanno scoperto che i tamponi nasali possono rilevare in maniera affidabile pazienti che hanno “una carica virale superiore a mille copie per millimetro di sangue”. Di conseguenza, pazienti con cariche virali più basse, peraltro la maggior parte delle persone coinvolte in questo studio, “sfuggono”. Tenendo conto dei soggetti testati per la prima volta in questo studio, circa il 20 per cento delle persone infette da Sars-CoV-2 non verrebbero rilevate se fossero testate solo attraverso tamponi nasali.
STUDIO “TAMPONE NASALE? MEGLIO QUELLO NASOFARINGEO”
Lo studio, pubblicato per il momento su medRxiv, richiede ulteriori riscontri, ma intanto gli autori dello studio ritengono che il tampone nasale sia efficace per chi ha una carica virale alta, perché in questo caso ci sono “maggiori probabilità che si diffonda nell’epitelio respiratorio confinante e/o nelle porzioni più profonde, dove il virus può essere raggiunto con i tamponi nasali”. Non sono invece emerse differenze per quanto riguarda i protocolli di campionamento e le modalità di trasporto dei tamponi nasali. Ciò suggerisce che la sensibilità inferiore osservata nei tamponi nasali non è legata a questi fattori. I tamponi nasali presentano molti vantaggi per semplicità di raccolta e soprattutto per la possibilità di auto-raccolta, ma da questo studio emerge che è meglio considerarli un supplemento non un’alternativa ai tamponi nasofaringei. I tamponi nasali possono essere utili come “arma” aggiuntiva nella lotta contro la Covid-19, ma tutti gli operatori sanitari dovrebbero essere informati e consapevoli delle limitazioni degli stessi, quindi è una risorsa da usare con attenzione.