Nella Manovra di Bilancio 2026 è prevista una nuova tassa sull'oro per poter recuperare un grande gettito fiscale.

Nella prossima Manovra di Bilancio del 2026 potrebbe esser prevista una nuova tassa sull’oro. Un possibile emendamento che verrà valutato dai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, insieme alla Premier Meloni e Maurizio Lupi, leader del partito Noi moderati.

L’intenzione è quella di aumentare il gettito fiscale e incentivare i conservatori a dedicarsi al metallo prezioso, sempre più in crescita. L’imposizione fiscale fa riferimento alle placchette, ai lingotti e alle monete.



Una nuova tassa sull’oro prevista per il 2026

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Dalle prime stime da parte dei tecnici, la nuova tassa sull’oro dovrebbe aggirarsi al 10% per i metalli sopra indicati, con un’entrata all’Erario di un minimo di 2 miliardi di euro. Il documento lo descrive come una rivalutazione da applicare esclusivamente all’elemento giallo.



La manovra che dovrebbe esser pubblicata il 1° gennaio prossimo, influenzerebbe il prezzo sull’oro, determinando però un valore più realistico richiedendo una rivalutazione prima del 30 giugno del prossimo anno (2026).

Inizialmente l’aliquota proposta doveva essere del 26%, ma al fine di contenerla l’esecutivo ha pensato di scenderla al 12,5%. L’ultima revisione però, dovrebbe attestarla al 10%, redendola più accessibile e al fine di incentivare il ricircolo dell’oro utilizzato come investimento.

Anche solo questa percentuale permetterebbe all’Erario di giovare di un’entrata variabile tra l’1,67 e massimo 2,08 miliardi di euro.



Quantità di oro in Italia

Dalle prime stime – seppur non ancora ufficiali – gli italiani (i cittadini privati) deterrebbero tra le 4.000 e massimo 5.000 tonnellate d’oro, che per lo Stato di quantificherebbe in un gettito tra i 400 e 500 miliardi di euro.

Ora toccherà al Senato e alla Commissione in Bilancio, valutare gli emendamenti dei partiti politici per poter pubblicare i Decreti in Gazzetta Ufficiale.

Attualmente Il Governo è a caccia delle risorse per poter mantenere quanto detto, soprattutto per consentire ai cittadini di godere di bonus e incentivi fiscali. D’altronde questa è una criticità a cui l’esecutivo sta lavorando in modo minuzioso.