I test salivari molecolari avrebbero dimostrato di essere efficaci per diagnosticare il Covid. E’ quanto emerso da uno studio di alcuni mesi condotto da ottobre a dicembre 2020 su un campione di oltre 5500 dipendenti dell’Università di Padova e che ha visto a capo della ricerca il professor Mario Plebani, Direttore del Dipartimento interaziendale di Medicina di Laboratorio. Secondo quanto riferito da Agi.it, i dipendenti risultati positivi al Covid sono stati sottoposti entro le successive 24 ore a tampone nasofaringeo ed i test hanno avuto concordanza nel 98% dei casi.
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In tutto sono stati raccolti 19.850 campioni salivari valutati con tecnica molecolare. Solo una piccola percentuale di dipendenti ha abbandonato il programma dopo la raccolta del primo campione di saliva restando in 5350 che hanno ripetuto il test tra 3 e 5 volte nell’arco delle 11 settimane durante le quali si è svolto lo studio sull’efficacia dei test salivari molecolari. La saliva è stata autoraccolta tramite batuffolo di cotone masticato al risveglio dal soggetto per almeno un minuto e successivamente messo in uno degli otto punti di raccolta dotati di scatole per la consegna dei campioni che venivano portati una volta al giorno in laboratorio per l’esame molecolare.
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TEST SALIVARI MOLECOLARI SONO EFFICACI IN DIAGNOSI COVID
Sono stati in tutto 62 i campioni positivi al Covid emersi durante le settimane di studio sull’efficacia del test salivare. Plebani ha spiegato: “Entro 24 ore dal risultato positivo, è stato attivato il tracciamento dei contatti per dipendenti e studenti che frequentano lo stesso ambiente di lavoro. Questa strategia ha permesso di identificare tre altri dipendenti positivi, che sono stati immediatamente isolati, impedendo così lo svilupparsi di focolai all’interno dell’Università”. Nel medesimo lasso di tempo 102 dipendenti hanno ricevuto la diagnosi di infezione da Covid dopo essere stati sottoposti a tampone in seguito alla comparsa di sintomi compatibili con il virus o a contatto con soggetti risultati positivi. “L’incidenza complessiva tra i dipendenti universitari è risultata significativamente inferiore a quella dei dipendenti non sottoposti a sorveglianza (1,8% in confronto 6,1%) e ancora minore a quella della popolazione complessiva”, ha spiegato ancora Plabani. Lo studio sui test salivari “ha dimostrato come la saliva auto-raccolta permetta di superare il collo di bottiglia legato alla raccolta di campione nasofaringeo, procedura più invasiva, mantenendo l’accuratezza diagnostica”.