Un anno fa l'omicidio del 19enne Thomas Bricca, ucciso in piazza ad Alatri: le parole della madre che non può darsi pace per una morte inaccettabile

Il 30 gennaio prossimo sarà passato un anno esatto dall’omicidio del 19enne Thomas Bricca, colpito alla testa con un proiettile mentre si trovava in piazza ad Alatri in compagnia degli amici. Secondo la ricostruzione, il giovane sarebbe vittima di un tragico scambio di persona perché il vero bersaglio dell’agguato, contestato a Roberto e Mattia Toson (padre e figlio attualmente in carcere), sarebbe stato un ragazzo che indossava un giubbino come il suo.



La madre di Thomas Bricca, intervistata dal Messaggero, chiede giustizia e spera nell’ergastolo per chi lo ha ucciso: “Si è trattato di un atto criminale, di un’esecuzione, mio figlio non è stato ucciso per sbaglio. Anche se il bersaglio non era lui, l’agguato era stato organizzato nei minimi dettagli, non volevano solo intimidire“. Il Natale della famiglia di Thomas Bricca non è stato di festa, ma di dolore e preghiera: “Nella sua stanza, che è rimasta così com’era, ogni sera accendo una candela, gli do il bacio della buonanotte, d’estate metto le coperte leggere, d’inverno il piumone, come se fosse ancora qui. Non riesco a staccarmi da lui“.



Thomas Bricca ucciso ad Alatri, la madre: “Perché nessuno venne fermato?”

Secondo la madre di Thomas Bricca, chi ha ucciso suo figlio non può aver agito da solo e fuori ci sarebbero dei complici non ancora identificati: “Sono spariti arma e scooter, non hanno fatto tutto da soli“. Dal processo la donna si aspetta il massimo della pena, l’ergastolo, anche se nulla potrà ovviamente restituirle la pace.

Non mi ridarà Thomas – ha dichiarato al quotidiano –, ma mio figlio vuole una giusta giustizia (…). L’omicidio poteva essere evitato, lo dice anche il giudice nell’ordinanza. Erano mesi che c’erano episodi violenti e da una settimana le risse avvenivano in pieno centro. La sera prima dell’omicidio una persona era stata buttata giù da un muro di due metri. Perché nessuno venne fermato? Perché nessuno intervenne?“. La madre di Thomas Bricca punta il dito anche sul presunto “buco nelle indagini” dei primi giorni e si pone una domanda: “Che senso ha fare lo Stub (analisi per rilevare tracce di polvere da sparo, ndr) dopo 18 giorni? Quando mio figlio era moribondo a Roma, i suoi amici ripetevano solo un nome: Toson“.