Tinto Brass, “Coronavirus? Restate a casa a fare sess*”/ “Io voglio morire godendo”

- Raffaele Graziano Flore

Tinto Brass, "Coronavirus? Restate a casa a fare sess*". Il padre del cinema erotico italiano dà un consiglio per la quarantena e spiega: "Meglio morire godendo che di virus..."

Tinto Brass Tinto Brass (Web, 2020)

“In giro c’è il Coronavirus? E voi restate a casa e fate sesso”: senza peli sulla lingua e ironico come sempre, Tinto Brass suggerisce agli italiani il segreto per una quarantena perfetta in attesa che l’emergenza causata nel nostro Paese dalla pandemia del CoVid-19 termini. L’86enne regista e sceneggiatore milanese si è raccontato in una lunga intervista concessa a “Libero Quotidiano” partendo proprio dall’argomento che oramai da un mese monopolizza la stampa e le dirette televisive di ogni canale: “Quando sei in quarantena hai molto più tempo per riscoprire anche il desiderio e dedicarti a dei giochi erotici” spiega il maestro del cinema a luci rosse nostrano che, in questo momento, sta scrivendo un libro di memorie o una sorta di autobiografia a quattro mani con sua moglie, Caterina Varzi. “Cosa mi spaventa di più del Coronavirus? Il fatto che gli scienziati si esprimano in maniera contraddittoria: infatti mi sembra evidente che in tutti i Paesi non sono state prese misure adeguate” dice Brass secondo cui il vero bubbone è sempre il potere e la sua deumanizzazione. E imbeccato sul fatto che il virus secondo la giornalista si può fermare pure sulle parti intime aggiunge: “Se conviene fare sesso in questo periodo? Lo so, ma è meglio morire godendo che di Coronavirus!”.

TINTO BRASS, “CORONAVIRUS? RESTATE IN CASA E FATE SESSO…”

Tuttavia nel corso dell’intervista, Tinto Brass parte proprio da questa sua idea del sesso e del non pensare troppo alle conseguenze per spiegare che per lui l’eros è la stessa cosa della vita: “Bisogna vivere senza indecisioni: io ho 88 anni e non ho più tempo per cambiare idea” racconta il padre del cinema erotico italiano che poi, ripercorrendo idealmente la galleria di tutte le attrici con cui ha lavorato, rievoca un curioso episodio al Festival di Venezia con Sophia Loren, a cui aveva chiesto se volesse partecipare nel suo film “La chiave”, e col marito di lei, Carlo Ponti, che lo apostrofò poi in malo modo (“Ma cos’ha lei nel cervello? Lo sperma?”). C’è poi l’aneddoto riguardante la regia mancata di “Arancia Meccanica” a causa del suo rifiuto e nonostante l’invito della Paramount, una delle tante scelte che Brass definisce “anticonvenzionali” nella sua lunga e fortunata carriera. E poi un accenno alla sua compagna: “Il sentimento che mi lega a Caterina va oltre l’amore, è la gioia di vivere: lei incarna tutte le donne dei mie i film” dice il regista, aggiungendo che gli ricorda molto Silvana Mangano. E conclude: “Ora sono sereno ma non esco di casa da dieci anni”.





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