A Torino si discute della possibilità di requisire le case sfitte per renderle alloggi popolari: insorge a gran voce l'opposizione di Forza Italia

Continua a Torino lo scontro – che si protrae ormai da un anno – sul tema delle case sfitte con la proposta di iniziativa popolare presentata al sindaco Lo Russo di requisire quelle che sono fuori dal mercato immobiliare da almeno un paio di anni, per metterle a disposizione dei tantissimi che faticano a trovare un alloggio popolare: l’obbiettivo sarebbe quello di risolvere la crisi immobiliare, ma a criticare duramente l’ipotesi – e ci arriveremo – ci hanno pensato i consiglieri di Forza Italia.



Facendo un passo indietro, è bene ricordare che secondo le stime delle associazioni attualmente a Torino ci sono circa 80mila case sfitte, in parte di proprietà di privati cittadini, in parte dello stesso comune: già lo scorso anno 1.700 cittadini avevano aderito alla campagna “Vuoti a rendere” che mirava proprio a requisire le abitazioni private che non sono sul mercato immobiliare per inserirle nel circuito degli alloggi popolari.



La proposta avrebbe colpito solo i grandi proprietari di Torino – ovvero quelli che hanno più di cinque case di proprietà – e gli alloggi sfitti da almeno due anni, ma da subito si era aperto un ampio scontro con le opposizioni; mentre a febbraio di quest’anno la proposta era stata rivista per prevedere, invece della requisizione, un iniziale censimento e una successiva multa per i proprietari che lasciano le loro secondo, terze, quarte o quinte case completamente vuote.

L’appello di FI contro le requisizioni delle abitazioni a Torino: “Si potrebbe, invece, sfrattare l’Askatasuna”

Tornando al presente, nei prossimi giorni sembra essere stata calendarizzata nuovamente la discussione sulla possibilità per il comune di Torino di requisire le case sfitte ed è qui che è insorta l’opposizione e – in particolare – i consiglieri di Forza Italia: in una nota rivolta al sindaco (del PD) Lo Russo, infatti, è stato chiesto “con forza il ritiro della proposta”, definita un vero e proprio “attentato al diritto alla proprietà privata” che danneggia il libero arbitrio dei proprietari di immobili.



Il centro sociale Askatasuna di Torino (Foto: ANSA/GEDI/TINO ROMANO)

A detta dei consiglieri di FI, infatti, in un paese civilizzato non ci possono essere “ambiguità” sulle libertà di ogni singoli cittadino, criticando – peraltro – l’atteggiamento di un sindaco che “considera gli occupanti di Askatasuna come soggetto di diritti” e i proprietari immobiliari come selvaggi da cacciare; senza dimenticare che nel frattempo a Torino si ragiona sull’aumento “dell’Imu” che è già “la più alta d’Italia” e anche sull’aumento della “Tari”.

La domanda delle opposizioni nel Consiglio di Torino è chiaro: “Perché – scrivono – non requisiscono Askatasuna“, chiedendosi anche “chi pagherà i costi [del] lavoro” di censimento, soprattutto “se poi [gli immobili sfitti] non si potranno requisire”; mentre sarebbe più sensato ragionare su possibili incentivi per “l’affitto alle fasce più deboli” e a tutele per chi “ha faticato decenni” per comprare un’immobile ed è anche costretto a pagarci tasse esorbitanti.