Totò Schillaci è stato l’assoluto protagonista del programma “I Lunatici” di Rai Radio 2. I due disk joy radiofonici, Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, hanno provato a strappare qualche aneddoto all’ex eroe di Italia ’90, a cominciare proprio da quel clamoroso mondiale che l’attaccante palermitano strappò grazie soprattutto ad una sorta di sommossa popolare: «Andai a quel mondiale anche grazie alla stampa, che spinse molto per farmi convocare – svela l’ex giocatore, oggi 54enne -la convocazione arrivò all’ultimo, quasi inaspettata. Mai avrei pensato che sarei diventato capocannoniere di quel torneo». Schillaci non nasconde il fatto che grazie a quella chiamata la sua vita cambiò, ovviamente in positivo: «Tra il Mondiale e la nascita di mio figlio – svela – nessuno poteva immaginare una cosa simile».
TOTO’ SCHILLACI INTERVISTATO DA I LUNATICI
All’epoca del mondiale, Schillaci era stato acquistato dalla Juventus l’estate precedente. Era una squadra, quella bianconera, in cui al suo interno vi era un certo Roberto Baggio: Schillaci racconta di un battibecco violento avuto proprio con il Divino. «Attraversavo un periodo negativo – spiega Totò – venivo da una separazione, i tifosi mi contestavano, e mi ha trovato nello spogliatoio una mattina che stavo leggendo il giornale. Lui, giocando, cercava di colpire il giornale con il piede, e mi sfiorava il viso. Io gli dicevo di smetterla perché stava rischiando di farmi male. A un certo punto mi sono alzato in piedi e gli ho dato una testata. Poi abbiamo chiarito». Schillaci non nasconde che Baggio sia stato “il miglior giocatore italiano”, ricordando inoltre come sia stato sempre un professionista, e che quell’episodio rappresenta probabilmente l’unica macchia nella sua carriera. Infine un commento sul sesso prima della partita, secondo molti calciatori un dogma, per altri un divieto assoluto: «Il sesso a volte ti aiuta a scaricare – sostiene Schillaci – ma farlo costantemente ti porta a non stare bene in campo e io mi ero prefissato di fare sesso in determinati giorni della settimana e basta, poi pensavo solo alla partita».