Chiusa la vicenda giudiziaria sulla tragedia del Mottarone: dei cinque imputati, due sono stati prosciolti e altri tre hanno patteggiato

Sembra essersi chiusa – con un notevole ritardo – la battaglia legale sulla tragedia del Mottarone con l’udienza preliminare che nelle ultime ore ha confermato quello che era il timore di tutte le persone (familiari delle vittime davanti a tutti gli altri) che hanno seguito le lunghe tappe della vicenda giudiziaria nutrivano già da tempo: nessuno dei cinque imputati, infatti, dovrà scontare neppure un giorno di carcere; confermando un impianto giudiziario che non lenirà in alcun modo il dolore per i parenti e gli amici delle 14 vittime della tragedia del Mottarone.

Durante l’udienza preliminare per la tragedia del Mottarone, infatti, il giudice Gianni Macchioni ha accolto le ultime richieste avanzate dalla procura: da un lato, sono stati prosciolti da ogni accusa Martin Leitner e Peter Rabanser (il primo consigliere delegato e il secondo responsabile del customer service della Leitner); mentre dall’altro hanno ottenuto il patteggiamento Luigi Nerini, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente capo, direttore d’esercizio e capo servizio per contro della Ferrovie del Mottarone.

Tragedia del Mottarone (Foto: ANSA/TINO ROMANO)

Gli ultimi tre imputati per la tragedia del Mottarone – ha confermato il giudice in udienza preliminare – hanno accettato pene comprese tra i 3 anni e 10 mesi e i 4 anni e 11 mesi di reclusione, riuscendo così (ai sensi della legge italiana) a evitare l’effettivo carcere; mentre nelle precedenti udienze erano già stati erano già stati prosciolti il presidente della Leitner Anton Seeber (nonché la stessa azienda) e la società Ferrovie del Mottarone.

Il procuratore della tragedia del Mottarone: “Consapevoli del dolore, ma non spetta ai tribunali lenirlo”

A conti fatti, insomma, sono ritenuti responsabili “colposamente” della tragedia del Mottarone solamente Luigi Nerini, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini la cui responsabilità sarebbe quella di aver falsamente validato l’uso dei forchettoni della terza (ovvero quella caduta, cagionando il decesso delle 14 persone che si trovavano a bordo) e della quarta cabina; mentre – lo ripetiamo – nessuno di loro andrà in carcere.

Fermo restando il messaggio di dolore espresso dalla madre di una delle vittime della tragedia del Mottarone e dalla sindaca di Stresa Marcella Severino che si è detta “molto amareggiata” per la sentenza; una spiegazione è arrivata dal procuratore Alessandro Pepè che ha ricordato che “il processo penale non può mirare [ad] attenuare il dolore”, definendo – comunque – la decisione “non facile” ma necessaria per chiudere i “tempi particolarmente lunghi” di un’indagine che rischiava di cadere in prescrizione.