Tragedia del Natisone: il legale delle famiglie delle vittime intende chiedere 3,7 milioni di euro di risarcimento ai quattro imputati
A poco più di due mesi di distanza dall’apertura del primo processo relativo alla tragedia del Natisone, il legale che assiste le famiglie delle tre vittime – il dottor Maurizio Stefanizzi – è pronto a depositare gli atti con le richieste di risarcimento per colmare (pur in modo esclusivamente simbolico e del tutto parziale) l’enorme dolore al quale i familiari dei tre ragazzi stanno cercando di far fronte da più di un anno a questa parte; mentre da parte del direttivo di Udine dei Vigili del Fuoco si è creata una catena di solidarietà verso i tre colleghi imputati per la tragedia del Natisone.
Prima di arrivare alle novità, potrebbe essere utile riavvolgere il nastro fino al 31 maggio del 2024: proprio quel giorno, infatti, si verificò la tragedia del Natisone legata a un’improvvisa piena del fiume friulano che colse impreparati Bianca Doros, Patrizia Cormos e Cristian Molnar che – dopo essersi recati sul greto del fiume per una scampagnata – furono circondati di un’enorme quantità di acqua che non gli lasciò alcuno scampo.

La tragedia del Natisone vera e propria, però, si verificò solamente una 40ina di minuti più tardi: compreso il pericolo, infatti, i tre giovani – che avevano tra i 20 e i 25 anni – lanciarono immediatamente l’allarme ai Vigili del Fuoco che impiegarono (appunto) 40 minuti per raggiungere in elicottero il luogo in cui si trovavano con un ritardo operativo che causò la morte dei tre quando vennero travolti dalla piena del Natisone.
Chiesti 3,7 milioni di euro di risarcimento per la tragedia del Natisone: il 17 novembre via ai dibattimenti
Le immediate indagini che si sono aperte sulla tragedia del Natisone hanno portato all’imputazione di tre Vigili del Fuoco e di un operatore della Sores che avrebbero commesso – secondo la Procura di Udine – una serie di errori dovuti a “imperizia, negligenza e imprudenza” tali da cagionare la morte dei tre ragazzi: i dibattimenti si apriranno tra il 17 novembre e il 2 dicembre, con l’ipotesi che confluiranno in un solo maxi-processo che vedrà i quattro imputati rispondere dei reati a loro contestati.
Contestualmente, durante il processo – che ovviamente vede i familiari delle vittime in qualità di parte civile – si discuterà anche sulla richiesta di risarcimento presentata dal dottor Stefanizzi: si tratta, complessivamente, di 3 milioni e 714 mila euro ripartiti – più o meno equamente – tra le tre famiglie delle vittime della tragedia del Natisone, calcolati secondo le tabelle nazionali, tenendo anche conto della prolungata agonia che le famiglie hanno dovuto sopportare nel seguire (quasi) in diretta televisiva la morte dei ragazzi.
Il risarcimento a favore delle famiglie delle vittime della tragedia del Natisone verrà pagato – se il giudice dovesse accettarlo – dal Ministero degli Interni e dall’ARCS in qualità di enti pubblici ai quali appartengono i quattro imputati; mentre al contempo i Vigili del Fuoco del Udine hanno anche aperto una raccolta fondi per coprire i 300 mila euro necessari ai tre pompieri imputati per sostenere le spese legali.
