La tragedia del Natisone, la morte dei tre giovani: la procura ha chiesto il processo nei confronti di 4 operatori dei vigili del fuoco

Ci sono state delle responsabilità nella tragedia del Natisone? Era il 31 maggio del 2024 quando Patrizia Cosmos, Christian Molnar e Bianca Doros morivano travolti dalle acque del fiume: si trovavano in una secca quando il corso d’acqua ha iniziato ad ingrossarsi fino a che non ha spinto i tre ragazzi, morti molto probabilmente affogati. Una tragedia su cui la procura, come scrive il Corriere della Sera nella sua edizione online, sta ora cercando di fare luce.



La questione principale sta nei soccorsi, visto che la prima chiamata è stata fatta da Patrizia alle ore 13:20, ma alle 14:10 i tre ragazzi erano ancora lì, finendo quindi per venire travolti dal Natisone, che non li restituirà mai più in vita. Il prossimi 19 settembre 2025 ci sarà l’udienza preliminare, e toccherà al Gip stabilire il da farsi, con la procura che ha chiesto il rinvio giudizio ai soccorritori, accusati di omicidio colposo plurimo aggravato, accuse decisamente pesanti visto che si parla di “omissioni reiterate”, ma anche negligenza, imperizia e imprudenza.



TRAGEDIA NATISONE, QUATTRO OPERATORI VVF RISCHIANO IL PROCESSO

Quattro le persone sul banco degli imputati, di cui tre vigili del fuoco in aggiunta all’operatore della centrale Sores. Per la Procura sarebbero stati loro, con una catena di errori, a causare la morte dei tre ragazzi inghiottiti dal Natisone, omettendo e sottovalutando il problema. Una serie di mosse ritenute dubbie, corroborate da ben sei chiamate di emergenza in venti minuti, quindi elicotteri che sono stati attivati in ritardo e coordinate Gps non consultate.

Secondo chi accusa se fosse stato subito attivato l’elicottero dei soccorsi, sarebbe giunto nel luogo dove si trovavano i tre ragazzi nel giro di pochi minuti, meno di un quarto d’ora, ma la chiamata al soccorso sarebbe stata effettuata solamente alle 13:45 (16 minuti dopo la telefonata di Patrizia), con decollo alle ore 14:07, troppo tardi. La Procura accusa anche l’operatore dei vigili del fuoco Luca Mauro che a suo modo di vedere avrebbe omesso di controllare subito le coordinate Gps della chiamata, non notando quindi che l’intervento avrebbe richiesto immediatamente l’utilizzo di un elicottero.



TRAGEDIA NATISONE, PERCHE’ LA PROCURA CHIEDE IL PROCESSO

Stessa omissione da parte di Enrico Signor, l’operatore del centralino, che nonostante due chiamate disperate della povera Patrizia, non avrebbe fatto attivare immediatamente l’elicottero, non comprendendo quindi la gravità del problema, aggiunge il Corriere della Sera citando sempre la Procura. C’è poi un altro errore nell’errore, l’elicottero attivato, leggasi Drago, dei vigili del fuoco di Venezia, e non il “Doppio India”, il velivolo più vicino alla zona del disastro, non essendoci così il tempo tecnico per il salvataggio dei tre giovani.

Drago arriverà infatti sul posto solamente alle ore 14:28, quindi esattamente 18 minuti dopo che i tre giovani verranno inghiottiti dalla piena del fiume Natisone. In ogni caso i quattro nel mirino dichiarano di aver agito secondo il regolamento e la procedura standard, e il legale di uno di loro racconta al Corriere che nel corso dell’udienza preliminare ci si potrà finalmente “confrontare davanti ad un giudice imparziale”, accertando i fatti ed eventuali responsabilità.