La Cina ha appena presentato il suo nuovo gioiello nel campo dei treni ad alta velocità, mentre negli Usa si litiga: cosa sta accadendo
La Cina vola nel sistema ferroviario ad alta velocità dopo aver annunciato i suoi treni che possono viaggiare fino a 600 km/h, di contro negli Stati Uniti il progresso per quanto riguarda le rotaie sembrerebbe essersi bloccato. Il presidente americano Donald Trump ha infatti deciso di cancellare 4 miliardi di dollari di finanziamenti federali destinati al progetto ferroviario ad alta velocità a stelle e strisce, una mossa che ha creato non poche polemiche.
La Cina potrebbe così estendere ulteriormente il suo vantaggio rispetto agli americani per quanto riguarda i treni ultraveloci, di contro oltre oceano si naviga fra mancanza di soldi e pressione politica. Nella giornata di oggi si terrà un incontro fra le due superpotenze a Pechino presso la China International Supply Chain Expo, un approfondimento sul sistema dei trasporti ferroviari e non è da escludere si possa discutere di una cooperazione fra Cina e Stati Uniti.
Al tavolo dovrebbero partecipare otto aziende statunitense, fra cui Caterpillar, gigante dei mezzi da lavoro, ma anche Westinghouse Transportation Group, Advanced Railway Technologie e altri attori importanti del settore. Wang Yiwei, ex diplomatico e direttore dell’Istituto per gli Affari Internazionali dell’Università Renmin di Pechino, parlando di recente con il Post, ha spiegato che: “Il lento sviluppo della ferrovia ad alta velocità negli Stati Uniti è dovuto in gran parte ai vincoli imposti dagli interessi politici e di capitale”.
TRENI AD ALTA VELOCITA’, DIVARIO CINA-USA: COSA NE PENSA TRUMP
E ancora: “Ad esempio, Trump ora sta prendendo di mira la California, opponendosi al suo progetto ferroviario ad alta velocità, non solo come parte di una lotta di partito, ma anche per spianare la strada al successore politico da lui scelto”. Una posizione quindi nettamente diversa fra le due nazioni, con gli Stati Uniti che sono frenati dagli interessi delle lobby industriali, mentre in Cina si pianifica a lungo termine con lo stato a controllare il tutto, puntano più sullo sviluppo della nazione che sui profitti.
Eppure secondo Trump il progetto del treno ad alta velocità in California era “gravemente costoso, eccessivamente regolamentato e mai realizzabile”, nonché “un progetto mal concepito e inutile e uno spreco totale di denaro dei contribuenti“. Per le autorità locali si tratta di un provvedimento illegale: “Trump vuole consegnare il futuro alla Cina e abbandonare la Central Valley”, le parole del governatore Gavin Newsom in risposta al post del tycoon: “Siamo ora nella fase di posa dei binari e di costruzione dell’unica linea ferroviaria ad alta velocità americana. La California sta valutando tutte le opzioni per contrastare questa azione illegale”.

TRENI AD ALTA VELOCITA’, DIVARIO CINA-USA: I PROGETTI NAUFRAGATI OLTRE OCEANO
Il progetto avrebbe dovuto collegare San Francisco a Los Angeles in meno di tre ore ed è stato inaugurato dieci anni fa: fino ad oggi meno del 35 per cento della prima fase è stata portata a termine. Anche altri stati stanno registrando situazioni simili, tenendo conto che Barack Obama svelava il suo progetto di una rete ferroviaria diffusa 14 anni fa. Mentre oltre oceano si litiga nel gigante asiatico si fanno i fatti e il nuovo treno a lievitazione magnetica, il maglev, sarà il mezzo di trasporto più veloce di sempre del Paese.
Si tratta di un mezzo dotato di guida automatizzata e in grado di sfruttare l’IA, l’intelligenza artificiale, e lo scorso anno ha completato la prima fase di progettazioni. Nei prossimi mesi saranno effettuati ulteriori testi di sicurezza e fattibilità prima dell’entrata in produzione effettiva. Negli ultimi 20 anni la Cina ha visto espandersi in maniera esponenziale la sua rete ferroviaria ad alta velocità, e nel 2024 ha toccato quota 48.000 km, un dato incredibile visto che fino a due decenni fa era pressochè inesistente. Entro la fine dell’anno i chilometri diventeranno 50.000 ma ovviamente i progetti non si fermano qui.
