Donald Trump ha concesso alla Cina di continuare a rifornirsi di petrolio dall'Iran: la Casa Bianca smentisce l'idea di un allentamento delle sanzioni

Con quello che è stato visto da diversi analisti come un vero e proprio passo indietro – poi smentito fermamente dalla Casa Bianca, ma ci torneremo -, nelle ultime ore il presidente USA Donald Trump ha concesso alla Cina di importare liberamente il petrolio dall’Iran dato che si è ormai attenuata l’ostilità con Israele e la guerra avviata poco meno di un paio di settimane fa sembra procedere in modo sempre più serrato verso un’effettiva pace tra i due belligeranti.



Una mossa, quella di Trump, che per essere compresa a fondo richiede di fare un passo indietro per ricordare che dal suo insediamento alla Casa Bianca aveva avviato una vera e propria campagna per limitare al minimo le esportazioni di petrolio da parte di Teheran: per farlo aveva imposto delle sanzioni secondarie che avrebbero colpito tutti gli acquirenti del petrolio iraniano, vietando loro di fare qualsiasi affare commerciale con gli USA.



Le sanzioni secondarie avevano avuto il loro timidamente positivo effetto, ma è rimasta aperta la questione della Cina che attualmente risulta essere – con una serie di aziende definite “teiera” che commerciano solo sul suolo cinese e con le sue famose petroliere “ombra” – il primo importatore del greggio iraniano: il 90% della produzione di Teheran, secondo gli analisi, finisce proprio in Cina che soddisfa così il 13,6% del suo fabbisogno.

Per via del complesso sistema delle aziende “teiera”, le sanzioni secondarie del presidente USA non avevano avuto grandi effetti sugli acquisti cinesi di greggio iraniano e proprio la guerra degli ayatollah contro Israele aveva creato un piccolo caso per via della minaccia (attualmente sventata) di Teheran di chiudere lo stretto di Hormuz, fondamentale per gli approvvigionamenti di Pechino.



Trump concede alla Cina di importare il petrolio dall’Iran: la Casa Bianca precisa che non ci saranno allentamenti delle sanzioni

Non a caso la Cina in queste ultime giornate sembra essersi nuovamente rivolta alla Russia per cercare un possibile mercato secondario per rifornirsi di gas e petrolio, specialmente dopo che il prezzo di quest’ultimo era tornato a salire sul mercato internazionale: proprio qui si inserisce Trump che sul suo social Truth nelle ultime ore ha precisato che “adesso la Cina può continuare ad acquistare petrolio dall’Iran“, pur avanzando lo speranza che lo faccia “in abbondanza anche degli Stati Uniti”.

Petroliera al largo della Siria (Foto: ANSA-EPA/SATELLITE IMAGE ©2019 MAXAR TECHNOLOGIES)

Una posizione che dagli analisti è stata subito vista come un possibile allentamento dal gioco sanzionatorio di Trump contro gli ayatollah, costringendo la Casa Bianca a precisare attraverso un portavoce che il tycoon stava “richiamando l’attenzione sul fatto che, grazie alle sue azioni decisive” in seno alla guerra tra Iran e Israele, “lo stretto di Hormuz non subirà ripercussioni”, ricordando che queste ultime sarebbero state “devastanti per la Cina“.

Insomma, non sembra esserci l’intenzione da parte del presidente USA di revocare le sanzioni imposte agli ayatollah: secondo l’ex CIA Scott Modell – oggi CEO di Rapidan Energy Group – sentito da Reuters, la ragione potrebbe essere legata alla battaglia statunitense contro il programma nucleare iraniano, con le sanzioni secondarie che sono di fatto la merce negoziale che il tycoon intenderebbe usare per spingere Tehern a interrompere la (presunta?) corsa contro l’arricchimento dell’urani per la bomba atomica.