Donald Trump minaccia l'India di dure ritorsioni per gli acquisti di petrolio e armi dalla Russia: cosa sta succedendo e come ha risposto Nuova Delhi
Dopo gli iniziali scontri con la Cina (non ancora del tutto risolti) e quelli successivi con l’Unione Europea (questi, apparentemente, risolti) ora Donald Trump sembra pronto a rivolgere la sua ira contro l’India, puntando in particolare il dito contro gli acquisti di Nuove Delhi di petrolio e armamenti dalla Russia: un aspetto che il tycoon ritiene essere inaccettabile in quanto si tratterebbe di un modo indiretto per finanziare il conflitto contro l’Ucraina, grande cruccio di Trump fin dal suo insediamento.
Molti – se non tutti – ricorderanno che Trump in campagna elettorale promise di porre fine alla guerra i Ucraina fin dal primissimo giorno successivo al suo insediamento alla Casa Bianca, salvo poi scontrarsi contro il durissimo muro di Putin – dopo aver inizialmente criticato duramente Zelensky – che fino a questo momento ha sempre rigettato ogni possibile mediazione, facendo innervosire il presidente statunitense.
Non a caso, proprio in questi ultimi giorni Trump ha lanciato un nuovo ultimatum a Putin, intimandogli di accettare al più presto un accordo per cessare il fuoco in Ucraina e minacciandolo – al contempo – di imporre nuove sanzioni contro Mosca e contro i suoi partner commerciali ed economici: questi ultimi, secondo le dichiarazioni del tycoon, si troveranno a pagare dazi del 100% se non interromperanno i loro accordi con la Russia o se – quest’ultima – non pone fine alle ostilità contro Kiev.
Trump minaccia l’India di aumentare i dazi a causa del petrolio russo: nessun passo indietro da NUova Delhi
Minacce che – com’era prevedibile per un uomo come Putin che fino ad oggi non si è mai piegato a posizioni simili – sono rimaste del tutto inascoltate, portando Trump ad alzare nuovamente l’asticella e puntare i suoi riflettore contro l’India: già la scorsa settimana, il presidente USA aveva dichiarato che contro Nuova Delhi sarebbero stati imposti dazi del 25% ai sensi dei suo progetto per riequilibrare il mercato globale; aggiungendo – però – che a causa dell’acquisto di petrolio e armi dalla Russia avrebbe dovuto affrontare anche delle non meglio precisate sanzioni aggiuntive.
Sul punto Trump è tornato proprio in queste ore con un post condiviso sul suo profilo sul social Truth nel quale ha spiegato che oltre a comprare il petrolio russo ignorando completamente il numero di persone che “vengano uccise dalla macchina da guerra russa (..) in Ucraina”, l’India “lo rivende sul mercato libero con grandi profitti“, unita alla minaccia di aumentare in modo “sostanziale” – ma senza reali dettagli – i dazi.
Una posizione con la quale certamente Trump pensava (o sperava) di poter convincere l’India a disfarsi del suo principale fornitore di petrolio – responsabile del 35% delle forniture indiane complessive, con oltre 1,75 milioni di barili importati al giorno -, ma che probabilmente è destinata a fallire: secondo due funzionari sentiti da Reuters, infatti, attualmente Nuova Delhi non ha intenzione di rivedere le sue strategie di approvvigionamento, anche perché – spiegano – i contratti sono “a lungo termine” e piuttosto difficili da annullare.