La visita di Trump nel Regno Unito sancisce la rinascita dell'anglosfera, che ha però dinanzi a sé sfide nuove
Se c’è una nazione, un mito culturale, da cui gli intellettuali e le classi medio-alte acculturate nordamericane sono dipendenti antropologicamente, ebbene questa nazione-mito è quella variegata, ma con alcuni baricentri immaginari potentissimi… questa nazione altro non è che quella degli Stati Uniti d’America e il baricentro più potente di tutti è naturalmente New York. Basta vedere i film di Woody Allen per capirlo, e poi in fondo averne anche noia, tanto il leitmotiv è sempre uguale ed evidente.
Ma c’è un altro landscape dell’immaginario che sovrasta forse il mito newyorkese ed è quello della “nazione madre” a cui ci si ribellò nel tempo delle eresie cristiane, ossia il Regno Unito: insomma, l’Inghilterra. Ma l’Inghilterra monarchica e precisamente il mito si aggrega nelle coscienze individuali e collettive attorno a quello che Ernst Kantorowicz chiamava il “Corpo mistico del Re”, ossia il corpo invisibile, incorruttibile e immortale del sovrano, distinto dal corpo naturale e mortale. Kantorowicz chiamava il corpo mistico quella regalità metafisica che infiamma i cuori e domina le menti.
Le Armi più della Corona o, meglio, le Armi della Corona sono le insegne di questa fascinazione, unite alle musiche e ai “saluti al Re” su cui Kantorowicz scrisse pagine indimenticabili.
Lo si è capito meravigliosamente nel corso della visita a Windsor dei coniugi Trump. Lei portava un cappello-caricatura di quello di una Regina che è la quintessenza della classe aristocratica e lui, il Presidente, costretto su un seggiolino che lo rendeva addirittura simpaticamente infantile, subiva un’evidente fascinazione che ha avuto la sua acme nel corso della cena reale.
Il campo era quello, dicevo, delle Armi e delle Armi al suono delle cornamuse. La fascinazione costruita con un’arte della rappresentazione frutto di secoli di vestizione del corpo mistico del Re era potentissima.
Non poteva non tradursi nel “capitalismo di lotta” rinnovata da Trump nel campo non delle Armi, ma degli affari, con investimenti Usa nelle alte tecnologie dell’ultima ondata Kondratieff e accordi tariffari preferenziali con il Regno Unito che sanciscono l’emergere dominante della nuova anglosfera che vuole essere ed è più forte e potente che mai.
Il confitto con la Russia per difendere l’Ucraina lo impone e la vestizione mitologica della battaglia ricalca le tradizioni del Commonwealth combattente, e la Brexit non poteva che essere il terreno ideale per interpretare lo spirito dei tempi che è quello non della fine della storia, come profetarono gli stolti, ma la sua riaffermazione.
Riaffermazione con la rinascita di un’anglosfera che vedrà dinanzi a sé non solo più la Russia e la Cina, ma un lento e inesorabile risorgere islamico competitivo, che da fondamentalista si farà sempre più statuale e sfidante i corpi mistici della regalità cristiano-centrica. Allora il giardino di Windsor non sarà che un ricordo, insieme a Woody Allen.
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