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Home » Economia e Finanza » Economia Internazionale » TRUMP vs DRAGHI/ Il vero bersaglio di Washington è la Germania

  • Economia Internazionale
  • Economia UE
  • Economia e Finanza

TRUMP vs DRAGHI/ Il vero bersaglio di Washington è la Germania

Paolo Annoni
Pubblicato 19 Giugno 2019
iran trump coronavirus

Donald Trump (LaPresse)

Trump ha accusato Draghi di manipolare il cambio euro/dollaro. Il Presidente Usa, per colpa della Germania, ha sostanzialmente ragione

Ieri Trump, con i soliti modi rozzi, ha accusato via Twitter Mario Draghi di manipolazione monetaria suscitando una serie di reazioni costernate. La tragedia per noi europei è che nella sostanza ha ragione. In una fase in cui esplodono i debiti pubblici e i deficit e in cui questo fenomeno si osserva da anni nei principali blocchi globali, la principale economia dell’area euro, la Germania, continua a macinare surplus commerciali interni ed esterni con un deficit contenutissimo. Fuori dall’unione monetaria questo sarebbe impossibile e la Germania sarebbe da anni alle prese con un cambio insostenibile per le proprie imprese e con una profonda e imposta dall’esterno opera di cambiamento del proprio modello economico; quello che si perde con le esportazioni deve essere bilanciato dal mercato interno via stimoli fiscali e investimenti. L’alternativa è quella mostrata negli ultimi anni dalla Banca centrale svizzera che per evitare una rivalutazione ha investito cifre colossali sui mercati globali. Cosa vuole Trump? Trump vuole che l’Europa e la Germania facciano la loro parte per la crescita globale e si comportino correttamente e non opportunisticamente.


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Non è quel cattivone di Trump, impresentabile e con la sua chioma ridicola, a creare problemi; è un mondo che non si può più permettere o che non vuole più permettere politiche mercantiliste come quella della Germania a mettere in crisi l’Unione europea in cui oggi convivono nazioni su una traiettoria politica ed economica diversissima. Sono cinque anni che ci parlano di spread italiano con la Francia messa decisamente peggio di noi pure poveri disgraziati italiani.


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Purtroppo hanno ragione gli economisti americani e cinesi e giapponesi. Mentre il mondo è alle prese con le conseguenze della decisione americana di riequilibrare i rapporti con la Cina e con l’esaurimento delle munizioni delle banche centrali dopo la crisi Lehman, la Germania procede verso una recessione e continua a non spendere nulla accumulando surplus commerciali. Gli Stati Uniti hanno trainato la crescita dopo il 2008 e hanno accettato una rivalutazione del cambio del 30% con l’euro mentre la Germania faceva la morale agli altri sui loro deficit, distruggeva la Grecia e si spartiva l’Italia con la Francia condannandola all’austerity nel 2012. L’euro non funziona perché non ha meccanismi di redistribuzione interna, perché non permette di punire surplus commerciali interni eccessivi e perché l’Europa non investe come blocco. Queste asimmetrie hanno avvantaggiato enormemente la Germania sia perché parte di un sistema senza barriere in cui i forti non hanno resistenze, sia per un’applicazione asimmetrica delle regole.


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Oggi non Trump ma l’America vede un Paese con un surplus commerciale colossale con un debito bassissimo che fa un deficit sotto il 2% finanziandosi a tassi negativi e che continua a viaggiare gratis non solo sulla valuta comune, ma sulle politiche di espansione fiscale americane, cinesi e giapponesi. Siamo al colmo per cui uno dei migliori partner commerciali della Germania negli ultimi mesi è stata la Francia di Macron perché, rullo di tamburi, ha fatto deficit per contenere i gilet gialli. E nel mentre la Germania diceva no praticamente su tutta la linea a Macron con le sue richieste di budget comune.

Gli scrocconi e gli opportunisti dell’euro, dell’Europa e del mondo sono i tedeschi e l’America ha perso la pazienza. Ripetiamo: la Germania viaggia gratis da dieci anni sull’euro e sulle politiche fiscali e gli investimenti degli altri. Oltre al danno, giusto o sbagliato non ci importa assolutamente nulla, del Nord Stream anche la beffa di vedere la Germania che si arricchisce senza mettere nulla per la ripresa globale e in più mandando all’inferno i Paesi mediterranei in cui sti sta inserendo anche la Francia. In questa situazione abbiamo l’Europa che vorrebbe massacrare l’Italia per un deficit del 2.4%. La procedura di infrazione europea all’Italia per un deficit al 2,4% è la peggiore pubblicità possibile per l’Europa e per la Germania. Perché, si domandano gli altri, dovremmo continuare a permettere alle imprese tedesche di competere con una moneta ipersvalutata se loro si accaniscono con l’Italia dopo aver distrutto la Grecia e comprato gli asset strategici per due noccioline?

La volontà tedesca di spremere dall’euro tutto lo spremibile per se stessa e con una politica economica improponibile nel nuovo mondo del confronto Usa/Cina non è un problema per noi italiani ma per tutta l’Europa. L’euro non è stato riformato, le politiche comuni di budget proposte da Macron sono state rigettate dalla Germania e quindi rimane una costruzione imperfetta con una grande differenza rispetto agli ultimi dieci anni: le esportazioni non sono più una valvola di sfogo e l’immigrazione con cui si tenevano i prezzi bassi non è politicamente più sostenibile. O la Germania si prende tutta l’Europa e glielo lasciano fare oppure le pressioni a rompere la costruzione sia dall’interno che dall’esterno diventeranno sempre più forti.

L’euro non salterà per colpa degli italiani con i loro deficit ridicoli e con un surplus primario senza senso. L’euro salterà perché sistemarlo vorrebbe dire riequilibrare i rapporti e non si vuole. Conviene a tutti pensare già al dopo perché sperare in un ripensamento tedesco oggi è un pio desiderio. Lo capiamo da quello che non spendono in questa fase. Non si fidano degli italiani, ma non di fidano nemmeno dei francesi. Prenderanno ogni euro possibile e poi saluteranno tutti. Sono stati i più furbi di tutti e ci vorrà una generazione per recuperare quello che abbiamo pagato per il sogno europeo.

Monti ci parlava di distruzione della domanda interna. Una follia che ci siamo imposti sperando e scommettendo che i tedeschi spingessero la domanda dentro l’euro facendo lavorare anche le imprese italiane. Noi abbiamo distrutto la domanda interna loro si sono tenuti surplus commerciale, fiscale e valuta bassa. Magari di fronte al serio rischio, mai così concreto, che crolli tutto si convertiranno all’ultimo all’”europeismo”, ma sinceramente non siamo molto ottimisti. Il comportamento della Germania in questa fase è razionale solo assumendo la convinzione che l’euro è destinato a finire.

Noi italiani ci siamo rovinati con le nostre mani per incapacità e tradimenti, da 20 anni e non da 2 mesi, i tedeschi hanno dimostrato un opportunismo pari solo alla loro mitica “potenza industriale”.

Tags: Economia USAEconomia Germania

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