I numeri del Viminale sugli arrivi turistici estivi sono in rialzo, ma Federalberghi smorza gli entusiasmi
A proposito della stagione turistica, il ministero dell’Interno ha rilasciato una nuova raffica di dati, e immancabilmente sono fiorite nuove, scontate, prevedibili polemiche. Allora: secondo il ministero, nel trimestre giugno-agosto 2025 si sono registrati oltre 61,3 milioni di arrivi, +7,5% rispetto ai 57 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso. E dall’1 al 18 agosto, secondo i numeri della piattaforma “alloggiati web” del Viminale (basata sulle registrazioni obbligatorie alle Questure degli ospiti di ogni struttura ricettiva), il turismo in Italia è aumentato del 9,3% rispetto al 2024, con un notevole incremento sia di turisti italiani che stranieri.
I turisti italiani sono passati da 6,8 milioni nel 2024 a 7,3 milioni nel 2025 (+7,9%), mentre gli stranieri sono aumentati da 7,5 milioni a 8,3 milioni (+10,48%). C’è di più. “Le previsioni Enit – aggiunge da Pietrasanta il ministro al Turismo Daniela Santanchè – indicano che, includendo settembre, potremmo arrivare a circa 70 milioni di turisti, con un incremento di 5 milioni rispetto al 2024”.
Sembrano i numeri incontrovertibili di una stagione oltremodo felice per l’industria del turismo italiana. Ma stavolta a smorzare gli entusiasmi generali interviene Federalberghi, che sostiene una percezione diversa: “Nella gran parte delle località si rilevano presenze in calo o tutt’al più stazionarie” dice l’associazione degli albergatori, secondo la quale il trend segnalato dal ministero dell’Interno sarebbe in buona parte attribuibile all’emersione dei tanti abusivi ed evasori che sono stati finalmente stanati con l’introduzione del Codice identificativo nazionale.
Quindi, secondo la rappresentanza presieduta da Bernabò Bocca, ci sarebbero oggi oltre quattro milioni di arrivi in più dell’anno scorso solo perché adesso gli ospiti sono stati registrati dagli host, albergatori o affittacamere che siano, mentre prima restavano sotto traccia. C’è insomma da congratularsi con chi ha voluto fortemente l’introduzione del Cin, anche se da sola questa “emersione” dall’illegalità non sembra comunque bastevole a giustificare gli aumenti indicati dal ministero.

“Le strumentalizzazioni lasciano il tempo che trovano, e alle parole mi piace rispondere con i fatti – ha commentato Santanchè -. E i fatti parlano di un settore in salute che mai come oggi è stato così attenzionato. Vorrei sottolineare un dato che ci deve rendere orgogliosi: l’Italia si distingue in Europa per il sentiment positivo dei turisti, con un punteggio di 86,4, in aumento dello 0,6% rispetto al 2024. Questo posiziona la nostra nazione al secondo posto in Europa, superando concorrenti come Spagna e Francia.
Particolarmente significativo è il punteggio sulla sicurezza, che vede l’Italia in testa superando nuovamente Francia, Spagna e Grecia. Ciò è merito degli operatori e degli imprenditori del settore, e delle forze dell’ordine che stanno lavorando con impegno per garantire vacanze sicure e soddisfacenti ai turisti. I primi due mesi estivi hanno visto l’Italia al vertice del mercato turistico mediterraneo, e ricordo siamo la seconda meta più ambita al mondo per gli arrivi aeroportuali esteri”.
In realtà, le percezioni contrastanti sull’andamento della stagione turistica derivano anche dalle mutazioni delle abitudini dei vacanzieri. “Il panorama turistico italiano sta evolvendo – conferma il ministro -, rispondendo ai cambiamenti sociali e culturali. Stiamo assistendo a un allontanamento dai tradizionali modelli di alta e bassa stagione, con una domanda sempre più distribuita e destagionalizzata. Le città d’arte e il turismo montano stanno registrando ottime performance, come anche le terme o i laghi e i borghi, dimostrando che l’estate italiana offre molto più del solo mare.
Il futuro del turismo italiano è luminoso e siamo determinati a continuare su questa strada, investendo maggiormente nella promozione specialmente delle mete meno conosciute, che già nel 2025 hanno avuto una crescita rispetto al passato”.
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