Ubaldo Pantani ospite di Top Dieci di Carlo Conti su Rai1. Il comico ed imitatore parlando dei suoi personaggi rivela: "mi diverto a lavorare sugli sguardi"
Il comico ed imitatore, come tanti altri, si è fatto conoscere televisivamente grazie al genio di Gianni Boncompagni che lo scelse per il programma cult “Macao”. Successivamente si fa conoscere e apprezzare in “Convenscion” fino alla consacrazione con la Gialappa’s Band. Da ben 12 anni è tra i protagonisti della domenica pomeriggio di Rai2 dove ha recentemente portato in scena il personaggio di Mario Giordano prima che però il vero Mario Giordano desse sfoggio del suo estro in tv. “Questo aspetto mi ha creato dei problemi – ha precisato Pantani – con la distruzione delle zucche di Halloween ha toccato il picco massimo, tanto che la domenica successiva ho deciso di farlo entrare in scena in mutande. Penso che pure a lui scappi da ridere. E’ difficile andare oltre, ma in tal senso ho in mente un’evoluzione”.
Ubaldo Pantani e le imitazioni: “parto dal corpo e dal trucco”
Ubaldo Pantani parlando proprio del suo lavoro nella costruzione del personaggio ha confessato il suo segreto: “per differenziarmi dagli altri ho cercato di specializzarmi in trasformazioni che mi consentissero di scomparire il più possibile. Parto dal corpo e dal trucco, la voce non è l’aspetto principale. Mi diverto piuttosto a lavorare sugli sguardi, sui movimenti, sulle camminate. Se poi c’è anche la voce è meglio”. Non solo, per Pantani sono importantissimi anche i contenuti: “io ho sempre prodotto i miei testi, le persone che collaborano con me sono poche. Il comico deve essere autore di se stesso”.
Durante la sua carriera di imitatore non sono mancati però dei personaggi che se la sono presa; come è successo a Tonio Cartonio della Melevisione: “mi giunse notizia che l’attore ci era rimasto molto male” – ha raccontato una volta Pantani. Un’altra volta, invece, si è vista sfumata una imitazione: “accadde con Antonio Conte. Nello stesso giorno in cui proposi l’allenatore cominciarono ad andare in onda i promo di Crozza che interpretava la stessa persona. Nessuno dei due sapeva dell’altro. Tornassi indietro non lo rifarei, la parodia di Crozza era davvero riuscita. Se uno spettatore ti vede fare Conte e la reazione è quella di esclamare ‘agghiaccande’, ovvero il tormentone di un altro comico, hai già perso in partenza”.
