L'uccisione dell'ex Presidente del Parlamento in Ucraina - Andriy Parubiy - a Leopoli diventa un caso nazionale: le piste tra i "neonazi" e la Russia
CHOC IN UCRAINA PER L’UCCISIONE DELL’EX PRESIDENTE DEL PARLAMENTO: COS’È SUCCESSO A LEOPOLI
Un rider di Glovo, o almeno così pensava Andriy Parubiy prima di essere ucciso con 8 colpi di pistola a Leopoli: è questo il killer dell’ex Presidente del Parlamento in Ucraina (tra i protagonisti della stagione di Euromaidan), che stava passeggiando senza timori per le strade della città prima di essere raggiunto da un finto rider con casco in testa e divisa della nota catena di delivery.
In pochi istanti scoppia così uno spinoso caso di cronaca che ben presto deflagra nella politica nazionale: Parubiy è infatti un uomo molto noto in Ucraina e la sua esecuzione scatena polemiche e retroscena che dalla Russia giungono fine al passato di destra dell’ex leader del Parlamento.
Prima però i fatti, appunto: le indagini vertono sul rider-killer ripreso dalle immagini di videosorveglianza per le strade di Leopoli, con la morte sul colpo di Parubiy e il suo omicida in fuga a passo svelto dopo aver tirato fuori la pistola dallo zainetto. Il Presidente ucraino Zelensky parla di «agguato inquietante», preparato con cura forse da mesi, e con l’immediata caccia all’uomo che ovviamente è scattata nelle ultime ore dopo l’omicidio avvenuto sabato 30 agosto 2025.
LA MORTE DI PARUBIY, LE PISTE AL MOMENTO TRA “NEONAZI” E (OVVIAMENTE) L’IPOTESI RUSSIA
Il collegamento diretto e l’accusa che lancia Kiev è contro le forze di spionaggio russe, specie vedendo il passato e la carriera politica di Andriy Parubiy: nato nel 1971, è stato attivista e funzionario governativo durante gli ultimi anni dell’Unione Sovietica, ma verso il “disgelo” si è contraddistinto per numerose manifestazioni pro-indipendenza ucraina arrivando a fondare assieme a Oleh Tjahnybok nel 1991 il Partito Social-Nazionale dell’Ucraina, una formazione di estrema destra poi sfociata nel più noto Svoboda.
Eletto nel 2007 in Parlamento, Parubiy è stato tra i leader delle proteste di Euromaidan nel 2014, sostenendo il passaggio di Kiev nell’Unione Europea e contro dunque il legame con Mosca: nel pieno della guerra senza fine tra Ucraina e la Russia, l’omicidio di Parubiy rischia di incrinare ulteriormente i già difficilissimi rapporti diplomatici tra le due nazioni in conflitto.
Se dalla Russia rilanciano sulla possibilità di una resa dei conto interni ai movimenti della destra ucraina – definiti dal Cremlino come «neonazisti da debellare» – è in corso l’indagine delle forze di polizia ucraine per seguire la pista principale che porta appunto a Mosca: «tutte le ipotesi aperte, anche quella di un omicidio commissionato dalla Russia», è il senso del messaggio dato dal capo della polizia di Leopoli, Oleksandr Shlyakhovsky.
Per l’ex Presidente del Parlamento tra il 2016 e 2019, combattente indipendentista, il caso è più che aperto specie dopo che dalla Russia è emersa la notizia che proprio Parubiy fosse ricercato dalle autorità russe dal 2023 come criminale per presunte atrocità commesse in Donbass negli scontri del 2014. Per l’ex Presidente ucraino Poroshenko, Parubiy era un «fratello d’armi, la sua morte è un colpo al cuore per tutto l’Ucraina, Il nemico non potrà mai uccidere gli ideali per cui ha combattuto».