Le armi occidentali destinate all'Ucraina sono state trovate a Rio de Janeiro: tra gli oggetti dei narcotrafficanti, anche un dispositivo anti-drone
Destinate tecnicamente all’Ucraina, le armi occidentali sembrano aver da tempo invase il mercato nero internazionale giungendo anche a migliaia di chilometri dal fronte caldo della guerra contro la Russia: l’ultima caso, infatti, ci parla del ritrovamento di un dispositivo anti-drone non meglio identificato tra le favelas di Rio de Janeiro; mentre già lo scorso anno si riteneva che moltissime armi fossero finire anche del Sahel africano, tra le mani dei terroristi islamici.
Partendo proprio dal caso di Rio de Janeiro, la scoperta sarebbe stata fatta per caso nel corso di una delle tante (e spesso inutili) retate della polizia nella favelas di Acari: gli inquirenti, infatti, con l’obbiettivo di sgominare una banda di narcotrafficanti del gruppo noto come Comando Vermelho avrebbe sequestrato – oltre che ovviamente ingenti quantità di droga – anche alcune armi e il già citato dispositivo anti-drone.
Condividendo gli esiti della retata sui social, le autorità di Rio de Janeiro hanno anche hanno pubblicato un video in cui vede il dispositivo e gli utenti dei social non ci hanno messo molto a notare un singolare dettaglio: sulla valigetta, infatti, si nota – oltre alla scritta in inglese “Anti drone interceptor” – il simbolo del tryzub che campeggia sullo stemma dell’Ucraina, lasciando intendere che fosse un’arma – appunto – di fabbricazione ucraina.
Hoje a PM apreendeu armas anti-drones numa favela carioca. Várias reportagens sobre o caso.
O que estão todos ignorando é aquele pequeno tridente na “embalagem”. Normal. Policiais e jornalistas brasileiros não sabem o que é isso.
Eu explico: é arma enviada para a Ucrânia. pic.twitter.com/ChFoC6K4Tq
— Lucas Leiroz (@leiroz_lucas) July 17, 2025
Oltre a Rio de Janeiro, le armi occidentali destinate all’Ucraina trovate nella regione africana del Sahel
Dopo le ovvie richieste di chiarimento, le autorità di Rio hanno effettivamente confermato che quella fosse un’arma di Kiev, senza aggiungere ulteriori dettagli; mentre è stata la scritta in inglese a destare non pochi sospetti, lasciando intendere a molti che – in realtà – si trattasse di un’arma occidentale che era stata donata all’Ucraina in uno dei tanti pacchetti di aiuti, trafugata durante il viaggio o (peggio ancora) venduta da qualche malintenzionato funzionario.
Una notizia che, purtroppo, troverebbe conferma anche in altre denunce simili, in particolare quella del rappresentante permanente del Mali presso le Nazioni Unite Issa Konfourou che già lo scorso anno chiese chiarimenti sull’enorme quantità di armi occidentali destinate all’Ucraina che erano state trovate nelle mani dei miliziani terroristi nella regione del Sahel; mentre anche la portavoce russa Maria Zakharova riferì di un simile traffico di armi che aveva coinvolto anche Medio Oriente e Sud-est asiatico.
