Trump taglia i missili antiaerei all’Ucraina. Macron parla con Putin dopo tre anni. Ora l’unica prospettiva per Kiev è di trattare

Non si parlavano da quasi tre anni. Macron e Putin, però, hanno discusso per oltre due ore. Sui veri contenuti non ci sono comunicati ufficiali, anche se c’è un fatto che sta segnando le vicende della guerra in Ucraina e che potrebbe essere stato oggetto di dibattito.

Gli USA, infatti, avrebbero sospeso alcune forniture di armi all’Ucraina. Una notizia ferale per Kiev, che a lungo andare si troverebbe a combattere senza gli strumenti per poter resistere oltre agli assalti russi. Gli americani, impegnati a rifornire il fronte ucraino e quello mediorientale, si sarebbero ritrovati con scorte carenti e non vogliono sguarnire ulteriormente le loro difese.



Un altro elemento, osserva Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, che consiglierebbe all’Ucraina di trattare per evitare, oltre alla sconfitta, una vera e propria disfatta.

Come si può spiegare la telefonata tra Macron e Putin?

Non credo siano stati due ore al telefono Macron per ribadire il sostegno della Francia alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina, e Putin per rispondere che il conflitto è una conseguenza diretta della politica dei Paesi occidentali. Il presidente francese ha chiesto un cessate il fuoco e l’avvio dei negoziati, ma le condizioni le dà la Russia, non l’Ucraina. Non so cosa si siano detti, ma mi ha colpito il fatto che il presidente francese abbia telefonato al capo del Cremlino poche ore prima che uscisse la notizia, pubblicata da Politico, che il Pentagono ha bloccato il rifornimento di armi di precisione a Kiev.



Questa circostanza cosa spiegherebbe della telefonata?

Se gli europei sapevano già, prima della pubblicazione della notizia sui media, che gli USA non forniranno più i Patriot, alla luce del fatto che l’Europa stessa non ha più niente da dare come armi, Macron potrebbe aver chiamato Putin per cercare di trovare un’intesa, per chiedere dove si vuole fermare la Russia: insomma per fare il punto della situazione e capire come è possibile chiudere il conflitto. Ma si tratta di un’ipotesi: nessuno sa cosa si sono detti. Anche con gli aiuti americani, d’altra parte, l’Ucraina non ha una sola possibilità di recuperare i territori perduti. Gli Stati Uniti, però, hanno detto chiaramente che sono a corto con le loro riserve, che hanno usato anche in Medio Oriente. C’è una difficoltà a mantenere un numero di munizioni ragionevole che riguarda ormai anche le forze armate americane.



La fine di almeno una parte consistente degli aiuti americani quali ripercussioni può avere sull’Europa?

L’Europa continua a far finta di non vedere una realtà che però è lì, non sfugge a nessuno. Anche nel vecchio continente c’è la consapevolezza che questa guerra è perduta, non lo si dice per non ammettere una sconfitta politica. Che Trump stia mollando lo si vede: al vertice NATO, di Ucraina non ha voluto neanche parlare. Incontrando Zelensky gli ha detto: “Vedrò se posso darti qualche altro Patriot”. La risposta è arrivata in queste ore.

Contemporaneamente alla notizia della riduzione degli aiuti USA, sulla TASS, l’agenzia di informazione russa, è uscito un servizio in cui si spiega che Mosca sta aumentando la produzione di tutti i tipi di armamenti. In questo scenario la Russia potrebbe prendersi tutta l’Ucraina?

Non lo so. Hanno annunciato di aver conquistato tutto il Luhansk, anche se da tempo mancava loro solo l’1% del territorio, in pratica un villaggio, un comune. Credo che i russi continuino a perseguire l’obiettivo di distruggere le capacità dell’esercito ucraino.

Che peso ha lo stato delle scorte statunitensi sulla decisione di Trump di ridurre gli aiuti militari?

Sono tre anni che il Pentagono cede munizioni di ogni tipo agli alleati. Per produrre queste munizioni ci vogliono mesi, anche un anno. Una nazione come gli USA, che ha una dottrina militare che prevede di poter combattere fino a due guerre convenzionali contemporaneamente, in due lati opposti del mondo, non può trovarsi con i depositi vuoti. Per una grande potenza la priorità non può essere l’Ucraina, ma le capacità militari. Gli americani non possono trovarsi senza munizioni perché Zelensky ha deciso che non vuole cedere.

Tutto questo accelererà le trattative?

Potrebbe anche accelerare la caduta di Zelensky, si parla di un rimpasto di governo in Ucraina. Qualcosa succederà probabilmente entro l’estate: o i russi sfondano, o gli ucraini crollano, o si trova qualche soluzione negoziata. I russi, in questo momento, sembrano intenzionati ad andare avanti perché l’Ucraina non accetta di cedere i territori. Si prenderanno quello che gli serve. Penso che il loro obiettivo, oltre alle quattro regioni occupate più la Crimea, sia la Novorossiya, la costa del Mar Nero fino a Odessa e la Transnistria, con anche le regioni di Sumy, Dnipropetrovsk. L’Ucraina può scegliere tra la sconfitta (perdere delle regioni) e la disfatta (il tracollo del Paese).

(Paolo Rossetti)

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