Umberto Galimberti “non facciamo figli? Troppo edonismo”/ “18enni via dai genitori”

- Niccolò Magnani

Umberto Galimberti e il crollo delle nascite "non facciamo figli? Troppo edonismo. Soluzione? Separiamo i 18enni dai genitori!". E su Papa Francesco..

Famiglia (Pixabay)

In una lunghissima intervista al Corriere della Sera il filosofo agnostico che si ispira ai greci Umberto Galimberti si lancia in una critica “sfrenata” ai motivi che celano il drammatico crollo della nascite nel nostro Occidente, Italia in primis: «Colpa dell’edonismo sfrenato: i figli lo ostacolano. Siamo il popolo più debole della terra. Per mangiare, apriamo il frigo anziché sudare nei campi. Ci difendiamo dal resto del mondo con il colonialismo economico, che ha sostituito quello territoriale. L’impero romano cadde così, fra postriboli e spettacoli circensi. Non lavorava più nessuno», spiega l’antropologo e scrittore che si professa “senza speranza” («La speranza è una virtù cristiana»). La decadenza dei costumi ma non solo, il problema è insito negli stessi genitori: «I padri si lamentavano perché i figli non vogliono saperne di portare avanti le loro aziende. Per forza, quando compiono 18 anni gli regalano la Porsche! Si è mai chiesto perché, su 5 milioni d’immigrati, 500.000 siano imprenditori? Vedo negli africani una potenza biologica che noi abbiamo perso». Per Galimberti la “mancanza” della guerra come «fattore regolatore» della società è un elemento da non sottovalutare «Siamo ormai alla terza generazione che non ha conosciuto questo male assoluto. Ma non vi è dubbio che periodi prolungati di pace inducono a una lassitudine nei comportamenti».

GALIMBERTI “CI HA ROVINATO L’EDONISMO”

Per il filosofo “discepolo” di Bontadini, Vanni Rovighi e Severino, la modernità in Italia e in Europa è segnata alla paralisi, se non addirittura alla catastrofe: ancora dalla intervista al Corriere Galimberti spiega «Quanta gente c’è in giro che se la mena senza un perché? Spesso sono costretto a dire ai miei pazienti: ma scusi, questi sono problemi, secondo lei?». È infatti anche psicologo e psicoanalista e il giudizio sull’oggi è tanto lucido quanto senza appello: «Il denaro è diventato l’unico generatore simbolico di valori. Non sappiamo più che cosa è bello, vero, giusto, santo. Pensiamo solo a che cosa è utile. Ho visto salire una ragazza con un’arpa sul treno Milano-Venezia. Un signore distinto ha cominciato a porle domande. Alla fine l’ha raggelata: “Scusi, signorina, ma qual è il suo business?”». Eppure la “soluzione” Galimberti ce l’ha: «a 18 anni servizio civile per 12 mesi, ma a 1.000 chilometri da casa. Bisogna separare i figli da padri e madri. E cacciare dalla scuola i genitori, interessati più alla promozione che alla formazione. Tullio De Mauro nel 1976 calcolò che un ginnasiale conosceva 1.600 vocaboli. Oggi sono 600. Il più volgare, “c…”, viene usato per dire tutto». In merito al ruolo “minoritario” che oggi la Chiesa svolge di fronte ai drammi del mondo (secondo l’intervistatore e lo stesso Galimberti) il filosofo racconta un aneddoto su Papa Francesco: «Santità, lei ha messo le persone davanti ai princìpi, però ha un polmone solo, lavora come un pazzo, è pieno di nemici; stia attento a non morire, altrimenti dopo ne eleggono uno che rimette i princìpi davanti alle persone. Lui ha riso e mi ha abbracciato, sussurrando: “Si ricordi che Dio salva le persone, non i princìpi”».





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