Unabomber, una perizia potrebbe svelare la sua identità: è attesa tra 15 giorni. Intanto, il legale di uno degli indagati, Zornitta, parla di gogna infinita
Sembra infinita la storia di Unabomber, visto che l’incidente probatorio va avanti da due anni e mezzo, a colpi di proroghe, ma tra quindici giorni potrebbe arrivare la verità.
Il caso sembrava destinato a restare irrisolto, ma la svolta è arrivata quando il gip di Trieste, Flavia Mangiante, ha accolto la richiesta della procura di riaprire l’indagine, disponendo appunto l’incidente probatorio su alcuni reperti non esaminati all’epoca o da riesaminare alla luce delle evoluzioni tecnologiche.
Per i periti Elena Pilli (antropologa) e Giampietro Lago (ex comandante dei Ris) non è stato affatto semplice svolgere il compito a loro assegnato, cioè confrontare gli undici tamponi salivari prelevati ai nuovi indagati con i profili estratti dai reperti.
L’ultima proroga è stata di due settimane, con la prossima udienza all’orizzonte, perché è in programma il 20 ottobre: quindi, anche se terminassero gli esami, le difese non avrebbero il tempo di studiare le carte in vista del contraddittorio. Tuttavia, si potrebbe essere vicini a una svolta, dopo decenni di indagini inconcludenti ed errori giudiziari.
UNABOMBER, ESTRATTA TRACCIA SIGNIFICATIVA
Stando a quanto riportato da Il Tempo, grazie alle nuove tecnologie genetiche da questi reperti è stato estratto un profilo di Dna ritenuto molto significativo. Dunque, il 20 ottobre potrebbe essere la data in cui verrà svelata l’identità di Unabomber o degli attentatori.
Gli scenari sono due: se il Dna corrispondesse a uno degli indagati, si potrebbe aprire una nuova fase decisiva per arrivare alla verità; se invece non corrispondesse a nessuno, il caso rischierebbe di restare irrisolto, senza riuscire a individuare il vero Unabomber.
PARLA IL LEGALE DI ZORNITTA
L’avvocato Maurizio Paniz, che difende Elvo Zornitta, ingegnere sospettato di essere Unabomber e poi prosciolto da tutte le accuse dopo che era emerso che l’unica prova contro di lui era stata fabbricata da un investigatore, ritiene “inaccettabile” ciò che sta accadendo.
“L’eternità dei due anni e sei mesi per depositare una perizia è una follia”, ha dichiarato ai microfoni de Il Tempo.
Anche perché sul suo cliente resta “questa spada di Damocle sulla testa, pur essendo del tutto innocente”. Zornitta è tra gli undici indagati, insieme al fratello.
Il legale ha precisato di non contestare l’incidente probatorio, pur nutrendo dubbi sulla conservazione dei reperti, ma il decorso temporale. Le difese, in generale, contestano i continui rinvii e la lentezza delle indagini, ritenendo che abbiano compromesso il diritto di difesa, e che, anche se si scoprisse il colpevole, potrebbe comunque essere troppo tardi per ottenere giustizia.