L’instabilità politica ed economica, le violazioni dei diritti umani, l’aumento della povertà, nonché il recente conflitto russo-ucraino, alimentano fenomeni migratori pre-esistenti e ne generano di nuovi. Per avviare un efficace processo di integrazione di migranti e rifugiati, l’Università Telematica Internazionale Uninettuno ha sviluppato un partenariato internazionale per realizzare il progetto Rebuild – Ict enabled integration facilitator and life rebuilding guidance, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma quadro Horizon 2020.
Si tratta di un’iniziativa che coinvolge 11 partner, tra cui università e centri di ricerca, industrie e centri di sviluppo tecnologici, Ong e l’Unesco per la quale è stato progettato e sviluppato un Digital Companion che, attraverso un chatbot basato sull’Intelligenza Artificiale, offre supporto ai migranti e ai rifugiati in Europa nell’accesso ai servizi esistenti nei Paesi di accoglienza.
“Rebuild” consente ai fornitori di servizi locali che interagiscono con i migranti e i rifugiati, e alle autorità regionali e nazionali che pianificano l’accoglienza, di migliorare i processi e le modalità di offerta dei servizi basandoli sulla conoscenza delle caratteristiche e dei bisogni reali dei loro utenti.
La filosofia che ha guidato il progetto è stata quella di coinvolgere appieno i migranti come partecipanti alla ricerca, e in qualità di ricercatori stessi, per comprenderne al meglio le esigenze. Fondamentale, poi, per lo sviluppo delle tecnologie, è stata l’interazione con le Ong e le amministrazioni locali.
“Sono convinta che il valore della buona integrazione passi dal riconoscimento di quello che sono le competenze e le conoscenze di ogni essere umano, e quindi l’impegno di chi accoglie deve essere quello di fare in modo che appena possibile vengano loro riconosciute le competenze, e utilizzate per reinserirli nella società con la speranza per un futuro che consenta loro di riconquistare la propria dignità”, ha dichiarato Maria Amata Garito, rettrice dell’Università Uninettuno.
Il progetto “Rebuild” è solo una delle tante iniziative di ricerca e innovazione sviluppate da Uninettuno a supporto dell’inserimento di migranti e rifugiati in Europa. La stessa Università telematica Uninettuno nasce dal progetto MedNet’U – Mediterranean Network of Universities, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Eumedis, con 31 partner da 14 paesi della sponda Nord e Sud del Mediterraneo che, coordinati dal Consorzio Nettuno, hanno creato uno spazio euro-mediterraneo per la formazione superiore, sviluppando corsi di laurea e professionali in 4 lingue (italiano, inglese, francese, arabo) con i migliori professori delle università più prestigiose di Algeria, Egitto, Giordania, Libano, Marocco, Siria, Tunisia e Turchia.
Questo approccio globale e connesso attraverso le tecnologie digitali ha permesso a Uninettuno, su iniziativa della rettrice Garito, di creare nel 2016 l’Università per Rifugiati, un progetto che ha consentito a più di 13000 migranti di utilizzare l’app “Imparo la lingua italiana” creata da Uninettuno per l’apprendimento della lingua e a oltre 200 rifugiati di usufruire delle borse di studio per iscriversi gratuitamente ai propri corsi di laurea e a quelli per la qualificazione e riqualificazione professionale.
L’Università per Rifugiati ha ottenuto riconoscimenti internazionali dall’Unesco e dalle Nazioni Unite, che hanno premiato il contributo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Oggi, questa Università è aperta anche agli ucraini, che possono iscriversi gratuitamente all’Università Uninettuno grazie alle borse di studio che l’ateneo ha già stanziato.