Usa, caos in Texas per la "rivoluzione" di alcuni democratici ribelli: cosa succede e perché c'è indagine su un comitato finanziato da Soros
La protesta di alcuni parlamentari democratici in Texas diventa un caso nazionale negli USA perché, oltre a rischiare l’arresto, sono state aperte alcune inchieste per corruzione. La vicenda potrebbe allargarsi al punto tale da coinvolgere l’FBI, visto che il direttore Kash Patel ha accettato di aiutare i repubblicani texani a cercare i colleghi che hanno lasciato lo Stato per impedire il voto che ridisegna i collegi elettorali statali per favorire Donald Trump.
Pare che si siano rifugiati temporaneamente negli Stati del Massachusetts, New York e Illinois, ma il punto è che, con questa fuga, impediscono di raggiungere il quorum necessario. Il governatore texano Greg Abbott è andato oltre, chiedendo l’arresto dei deputati ribelli e al Dipartimento di Pubblica Sicurezza di costringerli a tornare, sebbene il Dipartimento non abbia giurisdizione al di fuori dello Stato.
LA “RIVOLUZIONE” DEI DEMOCRATICI IN TEXAS
Le accuse di corruzione sono legate al fatto che la fuga sarebbe finanziata dalle donazioni di alcuni gruppi, come i comitati di azione politica Texas Majority Project (finanziato da Soros secondo Transparency USA), Powered by the People e altri.
Ad esempio, si ritiene che siano stati finanziati i costi iniziali per alloggio e trasporto; inoltre, almeno un gruppo di democratici sarebbe arrivato in Illinois con un aereo privato partito da Austin.

Assenti da domenica, i legislatori hanno ricevuto l’ordine di tornare al Campidoglio del Texas entro venerdì; in caso contrario, potrebbero essere arrestati. Giovedì, il procuratore generale repubblicano Ken Paxton ha provveduto a far eseguire i mandati di arresto emessi all’inizio della settimana dalla Camera dei rappresentanti del Texas, controllata dai repubblicani.
LE ACCUSE DEL PROCURATORE TEXANO
La questione, dunque, non è solo politica, perché il procuratore generale ha annunciato l’apertura di un’indagine nei confronti del Texas Majority Project PAC, gruppo fondato da ex membri dello staff di Beto O’Rourke, ex deputato democratico del Texas e astro nascente del Partito Democratico, e presumibilmente finanziato da Soros. Ma c’è anche un’indagine separata su Powered by the People, comitato politico fondato dallo stesso O’Rourke.
Per il procuratore generale del Texas, entrambi i gruppi potrebbero aver violato le leggi statali e, come riportato da CBS, il sospetto è che ci siano state tangenti ai legislatori democratici che hanno lasciato il Texas per rompere il quorum e attività illegali di raccolta fondi. «Questo gruppo estremista fa parte di una rete in espansione di organizzazioni di estrema sinistra che tentano di sovvertire la volontà degli elettori del Texas», è scritto nel comunicato con cui la procura generale ha dato notizia dell’indagine.
Ci sono segnalazioni secondo le quali si sospetta che il TMP abbia svolto un ruolo di coordinamento nell’assistenza alla raccolta fondi illegale e alla potenziale corruzione dei membri della Camera dei rappresentanti del Texas. «Se i legislatori texani si piegano al fondo nero di Soros piuttosto che alla volontà degli elettori, i texani hanno il diritto di saperlo. Ottenere pagamenti finanziari sottobanco per abbandonare i propri doveri legislativi è corruzione», ha dichiarato Paxton.
Le azioni di questo Pac indicherebbero, secondo il procuratore, che le risorse di Soros vengano usate «per violare la legge e finanziare l’abbandono illegale di cariche pubbliche. Se l’indagine lo confermerà, il prezzo da pagare sarà molto alto».
LA REPLICA DEL PAC INDAGATO
Non si è fatta attendere la replica del Texas Majority Project PAC, secondo cui l’indagine è «infondata». Inoltre, rimarcano come il procuratore in questione sia stato «oggetto di molteplici indagini, incriminato e messo sotto accusa dal proprio partito».
In particolare, la direttrice del comitato finito sotto inchiesta, Katherine Fischer, ha attaccato Paxton, ricordando che lui «è stato messo sotto accusa per corruzione» e che lui e Greg Abbott «si sono piegati a Washington e hanno deluso il popolo del Texas».
Il Washington Examiner segnala che in Texas la corruzione è un reato di secondo grado punibile con un massimo di 20 anni di carcere e una multa fino a 10.000 dollari.
