Gli Usa e Donald Trump fanno sul serio ed è stata annunciata la costituzione di una task force per indagare su Barack Obama e il 2016
Il dipartimento di giustizia degli Stati Uniti ha annunciato nella giornata di ieri, mercoledì 23 luglio 2025, la costituzione di una task force per indagare sulle accuse del presidente Donald Trump, secondo cui l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e i suoi collaboratori, avrebbero ordinato una indagine riguardante lo stesso tycoon newyorkese e i presunti legami fra l’attuale presidente e i russi durante la campagna elettorale del 2016.
Secondo Trump il suo predecessore dell’epoca puntava a screditarlo favorendo così la vittoria di Hillary Clinton, ma non ci riuscì. L’annuncio è stato dato dallo stesso dipartimento di giustizia attraverso una breve nota pubblicata sul sito web ufficiale del dipartimento e dimostrare come Trump sia determinato ad utilizzare le leve delle forze dell’ordine federali per cercare di fare chiarezza su una vicenda molto controversa, che però sembrava essere superata, tenendo conto che sono ormai passati quasi 10 anni da quegli eventi.
USA, TASK FORCE CONTRO OBAMA: COSA STA SUCCEDENDO
La decisione della costituzione di una task force apposita arriva a pochi giorni dall’annuncio della direttrice dell’intelligence, Tulsi Gabbard – che ha fatto discutere – parlando di documenti che dimostrerebbero appunto un tentativo di cospirazione da parte dell’ex presidente Obama e di suoi collaboratori, ai danni dell’attuale presidente degli Stati Uniti.
Si tratta di dichiarazioni che vanno in netto contrasto rispetto a quanto stabilì un’indagine della Commissione Intelligence del Senato, che aveva invece raccolto delle prove significative in merito all’interferenza russa durante le elezioni del 2016, indagine che venne condotta dal segretario di stato Marco Rubio. Per il NYT questa nuova indagine resta molto incerta, visto che non è ben chiaro cosa accadrà ne tanto meno come replicheranno Obama e i suoi ex collaboratori.
USA, TASK FORCE CONTRO OBAMA: L’ELENCO DEI NEMICI DI TRUMP
La cosa certa è che l’ex presidente americano è solo l’ennesimo “nemico” finito sulla black list del tycoon, snocciolata tra l’altro martedì scorso durante un lungo sfogo alla Casa Bianca da parte dello stesso commander in chief, e che comprende l’ex direttore dell’FBI, James Comey, l’ex direttore dell’intelligence nazionale James Clapper Jr, e gli ex presidenti Obama e Biden. “Sarebbe stato il presidente Obama”, ha detto Trump. “È stato lui a dare il via a tutto”. Per un portavoce di Obama la decisione di avvalersi del dipartimento di giustizia è una cosa “ridicola e un debole tentativo di distrazione”.
Pam Bondi, procuratore generale, ha invece commentato che: “Questo dipartimento prende con la massima serietà la presunta militarizzazione dell’intelligence. Indagheremo a fondo su queste inquietanti rivelazioni e non lasceremo nulla di intentato per fare giustizia”. Secondo il New York Times, dopo che è esploso il caso Epstein, e la presunta vicinanza fra il finanziere morto suicida in carcere il tycoon, quest’ultimo starebbe cercando di distogliere l’attenzione “Spesso, ciò ha incluso accuse infondate contro i suoi avversari politici”, conclude il quotidiano a stelle e strisce.

USA, TASK FORCE CONTRO OBAMA: LA REPLICA DELL’EX PRESIDENTE
Obama dal suo canto ha voluto replicare a queste gravi accuse e tramite il suo ufficio ha confermato la visione del New York Times, ovvero: “sono un tentativo di distrazione”. Viene inoltre precisato che: “Per rispetto della presidenza, il nostro ufficio non è solito dare una risposta alle continue assurdità e disinformazione che escono da questa Casa Bianca. Ma queste affermazioni sono abbastanza oltraggiose da meritarne una. Queste accuse bizzarre sono ridicole e un debole tentativo di distrazione”.
L’ufficio dell’ex presidente degli Stati Uniti critica anche l’azione della sopracitata Tulsi Gabbard, secondo cui nel documento reso pubblico dalla stessa, non si smentirebbe affatto la questione dell’influenza russa sulle elezioni presidenziali americane del 2016 – che portarono alla vittoria di Donald Trump – senza comunque riuscire a manipolare l’opinione pubblica. Di conseguenza, per Obama e il suo team, una “intrusione” russa c’è stata anche se non ha portato ad alcun risultato.
