“Utero in affitto, non c’è diritto”/ Movimento per la Vita: “bimbi non sono prodotti”

- Niccolò Magnani

La "risposta" del Movimento per la Vita alle richieste della sinistra sul tema dell'utero in affitto: “non c'è nessun diritto. I bimbi non siano usati come prodotti”

Utero in affitto Utero in affitto (LaPresse, 2019)

UTERO IN AFFITTO, L’AFFONDO DEL MOVIMENTO PER LA VITA

Nelle stesse ore in cui a Milano andava in scena la manifestazione di Beppe Sala e Elly Schlein contro lo stop imposto dal Prefetto al Comune per le registrazioni dei figli delle coppie LGBTQ, a Verona si teneva l’assemblea del Movimento per la Vita con al centro del dibattito proprio quell’utero in affitto (maternità surrogata, ndr) potenziale “effetto” della battaglia da sinistra per il riconoscimento dei figli di coppie omogenitoriali. La presidente nazionale Marina Casini, figlia del fondatore di MPV Carlo Casini, è intervenuta rispondendo indirettamente alle forti critiche della “piazza” di Milano contro la posizione del Governo sul tema: «la pratica commerciale di affitto d’utero è espressione di una cultura antiumana».

La logica sottesa è molto “semplice” quanto inquietante, come del resto spiegano da sinistra anche diverse femministe e i leader del Terzo Polo Carlo Calenda: «il figlio come diritto, vite umane di scarto, genitorialità stravolta, il corpo femminile come macchina». Così la presidente del Movimento per la Vita rileva la forte preoccupazione per la “logica” politicamente corretta che vorrebbe in maniera sottesa far passare la pratica dell’utero in affitto tramite la registrazione anagrafica dei figli di coppie gay precedentemente nati con maternità surrogata: «la maternità surrogata parte dal presupposto che la vita non è un dono ma un prodotto», spiega sempre da Verona Domenico Menorello, coordinatore della rete “Sui tetti” ed ex deputato ora membro del Comitato Nazionale per la Bioetica, «è una relazione nella quale vige la legge del più forte. Il diritto reclamato è quello degli adulti che forzano il limite biologico – non esistono infatti figli di due papà o di due mamme – e lo chiamano diritto».

DIRITTI E MATERNITÀ SURROGATA: LA RISPOSTA ALLA PIAZZA “ARCOBALENO”

Il tema delicato e complesso dell’utero in affitto rileva ancora una volta, secondo i membri del Movimento per la Vita, una manifestazione di quella «forma di onnipotenza della autodeterminazione che si spinge fino al punto da negare il dato di realtà», conclude Menorello. È ancora Marina Casini poi a soffermarsi sul tema intricato e tutt’altro che risolto dei diritti “arcobaleno” in materia di bambini: «che i figli siano tutti uguali e che non debbano subire discriminazione in base alle loro origini è e deve restare pacifico», spiega la presidente del MPV (come riporta l’Avvenire, ndr) aggiungendo però come sia del tutto strumentale «un sempre più pieno avanzamento dell’ideologia che pretende di distruggere il valore e il significato della complementarità sessuale maschile-femminile, culla delle generazione dei figli».

Secondo Casini, è curioso che quanti oggi si battono per i diritti dei figli e della loro uguaglianza, «calpestino poi il fondamentale diritto a nascere dei figli concepiti in provetta o nel grembo materno». Come rilevano ancora da Verona gli esponenti del MPV, il figlio-prodotto e il figlio-diritto spostano sempre di più l’attenzione dal tema centrale della natalità «dalla vita nascente a quella adulta»: «la crisi demografica – conclude Giuseppe Grande, segretario generale del Movimento – trova risposta non solo in provvedimenti economici ma soprattutto in una educazione tempestiva alla fertilità, spiegando quali sono gli stili di vita adeguati per poter concepire quando lo si desidera e restituendo alla cultura della vita la sua funzione di luce per la vita civile. Solo così si renderà di nuovo attraente avere figli».





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